Ganymede and the eagle.
Rome, Vatican Museums, Pius-Clementine Museum, Gallery of the Candelabra, II. 83
(Roma, Musei Vaticani, Museo Pio-Clementino, Galleria dei candelabri, II. 83).
GC II 83. Gruppo di Ganimede con l’aquila (fig. 20)
Era nella raccolta dello scultore Vincenzo Pacetti e da questi fu venduto ai Musei tra il 1787 ed il 1790; nel 1785 vennero fatti dei piccoli restauri dal Franzoni, nel 1786 dal Pacetti e nel 1922 da Guido Galli. Del gruppo sono antichi solo il torso di Ganimede e gli artigli, il torso ed il collo dell’aquila, insieme a gran parte del tronchetto, mentre la testa di Ganimede è antica ma non pertinente; il resto è frutto delle integrazioni del Pacetti. Proprio le forti integrazioni producono un p.174 lavoro un po’ lezioso e non sempre vicino al presumibile modello originario: Ganimede, il pastore giovane e bellissimo di cui Zeus si innamorò, è qui nudo, vestito della sola clamide lasciata dietro la schiena; in mano ha il pedum ed accanto è il suo cane. La postura del giovane assume una posa elegantemente slanciata verso l’alto ed ardita nel suo leggero avvitamento; su di lui incombe gigantesca l’aquila — emanazione di Zeus o Zeus stesso trasformato nel rapace — che lo ghermisce e solleva per portarlo sull’Olimpo, ove diverrà il coppiere degli dei. Il rapimento di Ganimede da parte dell’aquila è qui visto in maniera innovativa, rileggendo nelle funzioni di trapezoforo — come suggerisce l’enorme tronco alle spalle dell’aquila e del giovane — un noto capolavoro bronzeo di Leochares, della seconda metà del IV sec. a. C. Il lavoro è stato datato nella tarda età antonina, in considerazione della cronologia della testa intorno al 170—
Inv. 2445;
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© 2004. Description: Giandomenico Spinola. Guide cataloghi Musei Vaticani, 5. Il Museo Pio Clementino, 3. Città del Vaticano, Roma, 2004, pp. 173-175, cat. no. GC II. 83.