Pompey the Great

I confronti con le effigi monetali e soprattutto con la testa di Copenhagen non lasciano dubbi circa l’identificazione del personaggio rappresentato. Si tratta di Gneo Pompeo, il generale sillano che costituì con Cesare e Crasso il primo triumvirato (60 a.C.). Protagonista della guerra civile con Cesare, dopo essere stato sconfitto a Farsalo, riparò in Egitto dove fu assassinato (48 a.C.). Plinio nella Storio Naturale ricorda l’imponenza del suo aspetto, mentre Plutarco nelle Vite parallele ne evidenzia la ciocca ribelle (anastole), di cui si compiaceva per la somiglianza con Alessandro Magno. Rispetto alla più famosa testa di Copenhagen, questo ritratto deriva sicuramente da un diverso archetipo. Il volto è più asciutto, il mento appuntito, la bocca sottile, le rughe sulla fronte appena accennate, mentre gli occhi piccoli e le sopracciglia leggermente arcuate evidenziano un’espressione patetica. La capigliatura è fatta di ciocche lunghe e mosse che aderiscono al cranio riducendo i volumi, mentre al centro della fronte si presentano scomposte e appena sollevate. Elementi come le ciocche ribelli, la torsione del collo, unite al tono patetico e al gusto idealizzante, sono un richiamo, o meglio, un tentativo di assimilazione alla figura di Alessandro Magno e si inseriscono nella tradizione barocca ellenistica. I ritratti di Pompeo furono realizzati sicuramente dopo il 60 a.C.; l’esemplare veneziano è una copia di epoca Claudia, probabilmente di una statua equestre esposta nel Foro Romano.