Emperor Augustus as a nude hero.
Naples, National Archaeological Museum
(Napoli, Museo archeologico nazionale).
18. Statua bronzea di Augusto.
Bronzo.
Ercolano, Augusteum (cd. Basilica), nicchia absidata sinistra del lato di fondo? Rinvenuta il 17 luglio 1741 Napoli, MAN, inv. 5595.
Misure: h 2,50 m; h testa cm 29.
Bibliografia: AA.VV., Le Collezioni del Museo Nazionale di Napoli. La scultura greco-romana, Napoli 1989, p. 110, n. 72; G. Lahusen — E. Formigli, Grossbronzen aus Herculaneum und Pompeji. Statuen und Büsten von Herrschern und Bürgern, Worms 2007, pp. 16-27 (con ampia bibliografia precedente).
La grande statua bronzea raffigura il Divo Augusto nelle sembianze di Giove (H. Döhl — P. Zanker, La Scultura, in Pompei 79. raccolta di studi per il decimonono centenario dell’eruzione vesuviana, a cura di F. Zevi, Napoli 1979, pp. 177-210: p. 193), gravitante sulla gamba destra, con la sinistra piegata e leggermente arretrata. La figura è vestita del solo mantello che, scendendo dall’omero sinistro su cui si adagia con un risvolto, gira intorno alle spalle, avvolge la figura dalla vita in giù, dove si raccoglie in un rotolo di fitte pieghe, coprendo il ventre e la parte superiore delle gambe fino al ginocchio, per poi raccogliersi intorno all’avambraccio sinistro, da dove ricade in balze digradanti. Il braccio sinistro è piegato e stringe il fulmine; al dito anulare è l’anello sigillo; il destro è alzato per reggere il lungo scettro, puntato diagonalmente lungo il fianco. L’inclinazione verso destra della lunga asta, trattenuta da un leggero avvolgimento del braccio, è bilanciata in basso dalla fuga delle pieghe del panneggio, cui corrisponde in alto p.252 la torsione della testa verso il lato opposto, con un’apertura a ventaglio dell’intera impostazione, che gravita sull’asse centrale costituito dalla sequenza testa-torso-gamba destra. Unitamente alla ponderazione è evidente una ricerca spaziale, cui contribuiscono la stessa rotazione del capo, l’avanzamento del braccio destro e l’arretramento della gamba sinistra, ricerca mirata a un’esposizione non prettamente frontale della scultura.
Il tipo rimanda allo schema dell’Augusto di Prima Porta (per le implicazioni morali nell’adozione della forma classica vedi P. Zanker, Augusto e il potere delle immagini, Torino 1989, pp. 264-269); ma il modello policleteo di fondo, nella posa eroica della grande statua bronzea, si irrigidisce soprattutto nel ritmo debole del torso, in cui pettorali e spalle risultano sullo stesso piano. La concezione ellenistica del principe è invece evidente nella testa, dai volumi squadrati, che presenta i tratti fisionomici dell’imperatore idealizzati, non più giovanili, coi grandi occhi dalle pupille incise, leggermente ravvicinati, il cui sguardo, fisso e appena convergente, intende suggerire un certo pathos nell’espressione, raggiunto anche con la torsione della testa e del collo (G. A. Mansuelli, Galleria degli Uffizi. Le sculture, II, Roma 1961, pp. 51-52, n. 40). La pettinatura mossa ricorda quella tradizionale del periodo maturo, dopo Azio (cfr. il bellissimo busto marmoreo di Augusto dal Fayum: V. Poulsen, Les Portraits Romains, I, Copenhagen 1962, pp. 63-64, n. 32, tavv.
Info: museum annotation.
© 2009. Description: Ercolano. Tre secoli di scoperte. Electa, Milano, 2009, pp. 251—252, cat. no. 18.