II. 14. Ulisse

inv. 98
marmo
h cm 105
copia romana del II secolo d.C. da un modello ellenistico restauri del XVI secolo dalla collezione di Domenico Grimani.

L’opera, già appartenuta a Domenico Grimani ed esposta a Palazzo Ducale, fu trasferita allo Statuario Pubblico assieme al resto della raccolta di famiglia dopo un restauro della seconda metà del XVI secolo realizzato da Tiziano Aspetti, scultore di fiducia di Giovanni Grimani. A tale intervento sono da attribuire il braccio destro con la spada, parte del fodero di quest’ultima, la mano sinistra, il lembo inferiore della clamide e parte della gamba sinistra.

Tali integrazioni sono ricordate in una nota dell’Aspetti, conservata all’Archivio di Stato di Venezia, come fatte su un Gladiatore. È probabile che nel Cinquecento fosse proprio questa l’identificazione del soggetto della statua. Si tratta, invece, di una delle più belle ed enigmatiche rappresentazioni di Ulisse, forse parte di un gruppo raffigurante la spedizione dei guerrieri greci sull’acropoli di Troia per rubare il sacro simulacro della dea dal santuario di Atena. L’eroe, il capo coperto dal pileus e vestito soltanto di una corta clamide, avanza circospetto. Diffìcile sembra determinare il modello esatto di cui la scultura di Venezia è una replica d’epoca romana. Per la datazione del prototipo greco la critica ha proposto, infatti, diverse ipotesi, collocandolo per lo più nel III secolo a.C.; più certa appare la datazione della copia romana al II secolo d.C., forse all’età degli Antonini, sulla base di dati tecnici come l’abbondante uso di trapano corrente. Allo stesso periodo ricondurrebbe anche il sostegno a tronco d’albero con la corazza.