Farnese Hercules
Italic marble.
Roman copy of 2nd cent. CE after a bronze model of the 4th century BCE.
Inv. No. 138.Florence, Uffizi GalleryPhoto by Ilya Shurygin

Farnese Hercules.

Italic marble.
Roman copy of 2nd cent. CE after a bronze model of the 4th century BCE.
Inv. No. 138.

Florence, Uffizi Gallery
(Firenze, Galleria degli Uffizi).

Private collection, Medici.
Origin:
From villa Medici in 1787 it was transfered to Florence. Since 1788 in the Uffizi.
Description:

Italiano 35. Replica dell’Ercole tipo Farnese (inv. n. 138).

Marmo greco: alt. m. 1,51 (senza base).

Sono di restauro moderno il braccio destro dal terzo superiore, il sinistro da sopra il gomito; la testa è unita; in essa sono di restauro le orecchie, il naso, parte della calotta cranica dal lato sinistro; mancano alcune ciocche della barba. Sono di restauro ancora il pene, gli alluci, tutta la parte di mezzo della clava, parte della base a lato del piede sinistro. Le gambe presentano diverse fratture all’attacco delle anche, sopra e sotto le ginocchia e alla caviglia destra, dove si notano larghe sarciture con tasselli moderni. Moderna sembra anche la stondatura della base. La superficie non è stata sensibilmente rilavorata.

Nel 1668 l’Ercole era già inventariato nella Guardaroba di Firenze (GR, 778); nel 1780 (AG, XIII, 116, n. 244) si parla di una «figuretta … di Ercole che si appoggia sulla clava» trasportata dalla Galleria a Poggio Imperiale, ma non è certo si tratti di questa, che, peraltro, non è menzionata nella descrizione del Lanzi; nell’Inventario del 1825 la statua risulta certamente in Galleria, dove è sempre rimasta, com’è tuttora, nel I Corridoio.

Fra le repliche dell’Ercole Farnese di dimensioni ridotte (Lippold, KUmb, p. 148) questa non sembra avere mero carattere decorativo e forse merita una rivalutazione. L’Amelung la considerava la più semplice e la miglior copia del tipo, ritenendo le copie di Napoli e di Pitti esagerate e deviate; in questo v’è certamente dell’esagerazione, ma è eccessiva anche la svalutazione che ne ha fatto il Della Seta. Per quanto nella replica impiccolita sia andata perduta molta dell’efficacia della grandiosa anatomia della copia di Napoli, p.59 tuttavia resta sempre il dubbio che questa maggiore castigatezza di forme e contenutezza appunto nell’espressione del nudo non avvicini all’originale più delle repliche colossali, di cui almeno quella di Pitti, dalla muscolatura appesantita e cascante e dal volto esprimente intenzioni ritrattistiche (Lippold, KUmb, c. p. V, nn. 12 e 19), è lontana dallo spirito dell’originale. La testa della copia degli Uffizi non presenta un distacco sensibile da quella della copia di Glykon, per quanto attenuata nel modellato e con meno insistente chiaroscuro nei capelli e nella barba. Preferibile alla versione Napoli-Pitti riteneva il Collignon la versione rappresentata da questa statua degli Uffizi e da alcuni bronzetti (Louvre: De Ridder, Bronzes antiques, I, n. 652, tav. 46; Torino, Museo Archeologico), opinione ripresa più di recente da G. M. A. Richter. Obiettivamente si potrà indicare la replica Uffizi come la più importante non solo della serie rimpiccolita, ma anche della serie più contenuta: questo il posto che essa occupa nel problema che concerne l’Eracle in riposo di Lisippo, giacché sull’attribuzione dell’archetipo al massimo artista sicionio non vi sono sostanziali opposizioni. La pelle di cinghiale gettata sulla roccia è un’aggiunta del copista, come rivela anche il lavoro corsivo e il rendimento del pelame del tutto diverso da quello dei capelli della statua.

Bibl.: Clarac, tav. 802, 1984 B (RSt, I, p. 474); RGF, IV tavv. 109—110; D., 95; EA, Aldrovandi 213; 346; Furtwängler, MythLex art. Herakles, c. 2172; Loeschke, Verhandl. 43 Vers. d. Phil. Schulm. Köln, p. 159; Am. 40; Klein, Praxiteles, p. 402, n. 1; Collignon, Lysippe, Paris, s. d., p. 83; Johnson Lysippos, p. 197, n. 3. Bulle, t. a BrBr, 554 (fig.); Richter, Crit. Periods, p. 21, fig. 35; Id., CatMetrMus, n. 129; Della Seta, NA, p. 377; Süsserott, p. 191; Lippold, GrPl p. 281, n. 8; Giglioli, AG, p. 673.

Disegni e incisioni: Di Fr. de Hollanda (Hülsen, RMitt, 26, 1911, p. 309); Dosio (Hübner MKW, IV, 1911, p. 162).

Fot.: Brogi 18969; Sopr. Gall., 10332, 10333.

Credits:
© 2013. Photo: Ilya Shurygin.
Info: museum annotation.
© 1958. Description: Guido A. Mansuelli. Galleria degli Uffizi. Le sculture. Parte I. Istituto Poligrafico dello Stato. Roma, 1958. P. 58—59, cat. no. 35, ill. 35 a, b.
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