Discobolus
Marble.
Roman copy of the 2nd century CE after a bronze original by Myron of about 460 BCE.
Inv. No. 2346.Rome, Vatican Museums, Pius-Clementine Museum, Room of the Biga, 21Photo by Ilya Shurygin

Discobolus.

Marble.
Roman copy of the 2nd century CE after a bronze original by Myron of about 460 BCE.
Inv. No. 2346.

Rome, Vatican Museums, Pius-Clementine Museum, Room of the Biga, 21
(Roma, Musei Vaticani, Museo Pio-Clementino, Sala della Biga, 21).

Tivoli, Villa of Hadrian.
Origin:
Tivoli, Hadrian’s villa.
Description:

Italiano SBi 21. Statua di discobolo (copia da Mirone) con testa moderna (fig. 11).

Venne trovata nel 1791 a Villa Fede (scavi del Cardinale Mario Marefoschi), nell’area di Villa Adriana a Tivoli, e venduta l’anno successivo ai Musei da Giovanni Maria Cassini; lo stesso anno fu restaurata da Carlo Albacini. Nel 1797 fu trasferita a Parigi in seguito alle confische francesi, ritornando nel 1815. La testa, il braccio sinistro e parte del destro e la gamba destra (da sotto il ginocchio) sono frutto delle integrazioni dell’Albacini, con abrasioni artificiali per antichizzare le parti inserite; anche l’iscrizione greca — Μύρων ἐποίει («Mirone fece») — sul tronchetto sotto lo strigile è moderna. Il discobolo è qui colto nel momento di massima torsione prima di scagliare il disco: il movimento rotatorio produce nella muscolatura e nei tendini uno stato di forte tensione, pur bloccato in un attimo di stasi. Nell’originale capolavoro in bronzo della maturità dello stile severo — noto da più di 20 copie (alcune molto frammentarie) — la testa era ruotata all’indietro, con lo sguardo verso il disco. Nell’opera — grazie alla presenza del nome Hyakinthos accanto alla raffigurazione di un simile discobolo su di una gemma — taluni hanno ritenuto di dover identificare Giacinto, il mitico giovane amato da Apollo e dal dio ucciso involontariamente con un disco; più accreditata sembra però la teoria che vuole vedervi un atleta vincitore, forse ateniese, celebrato in un santuario della città. Il discobolo — del tipo «Lancellotti», dalla replica più nota — risulta essere una copia, della prima metà del II sec. d.C., del celebre originale greco dello scultore Mirone, scolpito verso il 450 a.C.

Inv. 2346; L III 2 p. 88 n° 618 e p. 536 tav. 44; S. Aurigemma, Villa Adriana, Roma 1961, fig. 198; S. Howard, in JWCI, 25, 1962, p. 333; H 503; S. Howard, The Lansdowne Herakles, Malibu 1966, p. 20; Pietrangeli 1985 pp. 96, 103-104, 107, 110, 115; Raeder p. 38, p. 108 n° I 127 e p. 222; A. Giuliano, in Scritti in onore di Giuliano Briganti, Milano 1990, passim; E. Bartman, Ancient Sculptural Copies in Miniature, Leiden-New York-Köln 1992, p. 75 nota 84; F. Rausa, L’immagine del vincitore. L’atleta nella statuaria greca dall’età arcaica all’ellenismo, Treviso-Roma 1994, pp. 174-175; Giubilei p. 119 n° 35; F. Rausa, in MNR, I/12, p. 23 s. n° S23. Cfr. D. Candilio, E. Paribeni, in MNR, I/1, nn. 117 e 120.

Credits:
© 2014. Photo: Ilya Shurygin.
Data: museum annotation.
© 2004. Description: Giandomenico Spinola. Guide cataloghi Musei Vaticani, 5. Il Museo Pio Clementino, 3. Città del Vaticano, Roma, 2004, pp. 67—68, cat. no. SBi 21.
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