Late Age of Constantine (306—337). Inv. No. S 2882.Rome, Capitoline Museums, Palazzo dei Conservatori, Medieval RoomPhoto by Sergey Sosnovskiy
Colossal portrait of Constantius II (337—361), or of his brother Constans I (337—350).
Late Age of Constantine (306—337).
Rome, Capitoline Museums, Palazzo dei Conservatori, Medieval Room
(Roma, Musei capitolini, Palazzo dei Conservatori, Sala del Medioevo).
14. Ritratto idealizzato di Costantino o di uno dei suoi figli (Costanzo II o Costante?)
Tarda età costantiniana.
Marmo.
Altezza 96 cm; dal mento alla sommità del capo 65 cm.
Roma, Musei Capitolini, palazzo dei Conservatori, inv. n. 2882.
Provenienza: Roma, già in possesso di Giovanni Battista Della Porta, poi nella collezione Borghese dal 1615 o 1625 fino al 1920 circa, quando la testa, senza il busto moderno sul quale era stata a lungo esposta nel parco di villa Borghese, fu trasferita nel cortile del palazzo dei Conservatori.
La regolarità del bordo inferiore del collo suggerisce che la testa, di dimensioni colossali, fosse inserita in un torso con corazza, appartenente forse a una statua seduta, come proposto da von Heintze. La mancanza di rifinitura dei capelli nella parte superiore della calotta e nella parte posteriore fin sopra la nuca indica che la statua, non visibile da dietro, era addossata a una parete o posta all’interno di una nicchia.
Un solco tracciato sopra la seconda e la terza fila di ciocche indica che la testa era cinta, ma non è p.217 possibile stabilire se con una benda, con una corona o con un diadema. La capigliatura è caratterizzata da un’ampia frangia che circonda ordinatamente la fronte, con ciocche svirgolate verso il lato destro fino alla tempia. Qui ne incontrano altre con andamento contrario, con cui formano un motivo a tenaglia di reminiscenza protoimperiale. Sulle ampie superfici plasticamente caratterizzate sono ritagliati, quasi isolatamente e non legati in un insieme organico, alcuni tratti peculiari, come le pieghe labionasali, le palpebre molto ampie, la linea ad arco della bocca leggermente dischiusa e carnosa, la curva del piccolo mento. Gli occhi, delimitati da sopracciglia rilevate plasticamente e incise, sono grandi, hanno palpebre superiori molto ampie, iridi indicate e pupille incavate a forma di pelta, motivo tipico del ritratto costantiniano connesso con la direzione verso l’alto dello sguardo. Il volto ha una struttura più ampia frontalmente che lateralmente. Le forme sono piene e i tratti distesi. L’insieme offre un’impressione di distaccata benevolenza.
Nonostante le proposte di datazione oscillino tra l’età costantiniana, valentiniana (Rumpf e Byvanck: Graziano) e teodosiana (L’Orange e von Sydow: Valentiniano II), i confronti più stretti, come ha rilevato Zanker, possono essere istituiti, per le palpebre e le sopracciglia, con il ritratto di Costantino a New York, di dimensioni analoghe, e per le guance, il mento e la bocca, con il colosso bronzeo costantiniano, che mostra anche un’analoga leggera gobba al naso.
Gli angoli della bocca sembrano esprimere un leggero sorriso, che tradirebbe l’età giovanile dell’imperatore. In tale ottica l’identificazione con uno dei figli del capostipite della seconda gens flavia apparirebbe la sola possibile: Costantino II (proposto da Mingazzini, von Heintze e Calza) può essere escluso in base al confronto con la statua del gruppo del Quirinale eretta attualmente sulla piazza capitolina, che mostra una diversa disposizione dei capelli; restano Costanzo II (Delbrueck e Zanker) o Costante (Zanker), nominati entrambi Cesari in età molto precoce (Costanzo II nel 324 all’età di sette anni, Costante nel 333 all’età di tredici-sedici anni). Vi sono, tuttavia, nella colossalità del ritratto elementi tipologici connessi con l’impostazione idealizzata e atemporale del volto. La testa acquista tutta la sua imponente e astratta monumentalità in una visione dal basso, che stempera il presunto sorriso ed esprime nel modo più impersonale la sovrana maestà imperiale, connessa con la proverbiale bellezza esaltata dai panegirici. La libertà nel trattamento dell’acconciatura, soprattutto nella frangia, presente anche nel ritratto bronzeo colossale e documentata in altri ritratti tardocostantiniani, non consente di escludere che il ritratto raffiguri Costantino in un’immagine eretta nei suoi ultimi anni di vita, a cui rimandano le borse sotto gli occhi appena accennate.
Nei gruppi scultorei raffiguranti Costantino e i suoi figli come Cesari, eretti a Roma e a Costantinopoli anche in loro assenza (Costanzo II, console per la prima volta nel 326 fu nominato comandante delle Gallie nel 332), una riduzione degli elementi di differenziazione personale tra il padre e ciascuno dei figli era funzionale alla percezione della concordia familiare, che doveva essere ostentata in ogni modo per l’assenza di una chiara designazione del successore dinastico, protratta da Costantino fino alla sua morte.
Bibliografia:
H. Graeven, La raccolta di antichità di Giovanni Battista Della Porta, in “Mitteilungen des Deutschen Archäologischen. Römische Abteilung”, VIII, 1893, p. 242, n. 86;
H. P. L’Orange, Studien zur Geschichte des spätantikes Porträts, Oslo, 1933, pp. 75, 140, n. 95, fig. 184;
R. Delbrueck, Spätantike Kaiserporträts von Constantinus bis zum Ende des Westreichs, Berlin, 1933, pp. 137 sgg., fig. 38, tavv. 50—
C. Cecchelli, Il trionfo della croce, Roma, 1954, p. 34 (simile al “Graziano” di Tivoli);
A. Rumpf, Stilphasen der spätantiken Kunst, Opladen, 1957, p.218 p. 17, tav. 12. 53;
A. W. Byvanck, Les origines de l’art du Bas-Empire, in “Bulletin Antieke Beschaving”, XXXIX, 1964, p. 26 (366 d. C.);
W. von Sydow, Zur Kunstgeschichte des spätantiken Porträts im 4. Jahrhundert n. Chr., Bonn, 1969, pp. 74, 79 sgg., tav. III. l (380 d. C.);
H. von Heintze, scheda in: W. Helbig, Führer durch die öffentlichen Sammlungen klassischer Altertümer in Rom, I—
R. Calza, Iconografia romana imperiale da Carausio a Giuliano (287—
H. P. L’Orange, Das spätantike Herrscherbild von Diokletian bis zu Konstantin-Soehnen 284—
K. Fittschen, P. Zanker, Katalog der römischen Porträts in der Capitolinischen Museen und den anderen Kommunalen Sammlungen der Stadt Rom, III, Mainz am Rhein, 1985, pp. 156 sgg., n. 126, tav. 156;
E. La Rocca, Divina ispirazione, in S. Ensoli, E. La Rocca (a cura di), Aurea Roma. Dalla città pagana alla città cristiana, catalogo della mostra, Roma, 2000, pp. 26 sgg., fig. 25;
A. Cioffarelli, scheda in S. Ensoli, E. La Rocca (a cura di), Aurea Roma. Dalla città pagana alla città cristiana, catalogo della mostra, Roma, 2000, p. 547, n. 199.
Text: museum information (H) (ital.).
© 2005. Description: Donati A., Gentili G. Constantino il Grande. La civiltà antica al bivio tra Occidente e Oriente. Silvana Editoriale, Milano, 2005, pp. 216—218, cat. no. 14.