160—180 CE. Inv. No. 86.Florence, Uffizi GalleryPhoto by Ilya Shurygin
Sarcophagus with a scene of the rape of Persephone (the front side).
160—180 CE.
Florence, Uffizi Gallery
(Firenze, Galleria degli Uffizi).
257. Sarcofago: Ratto di Persefone (inv. n. 86).
Marmo pentelico: lungh. m. 2,10; alt. 0,75; prof. 0,63.
Sono di restauro moderno la testa di Afrodite, avambraccio destro di Atena, la ruota e parte della cassa del carro di Hades, braccio sinistro di Persefone, braccia e face di Imeneo, zampe dei cavalli, testa di Gea, avambraccia e caduceo di Hermes, parte dell’orlo superiore del lato destro. La superficie è stata ripulita e lucidata.
p.239 Secondo la documentazione raccolta dal Robert nel sec. XVI il sarcofago si trovava a Roma presso S. Silvestro in Capite (Fabricius, p. 178, 2, p. 225) e fu disegnato da G. A. Dosio (Berol., f. 15); non si sa quando e come passò in proprietà Michelozzi a Firenze, dove era già nel 1743 (Gori) e donde fu acquistato nel 1787 per la Galleria (AG, XX, 15). In Galleria è sempre rimasto nel I Corridoio.
I lati del sarcofago presentano tre raffigurazioni connesse con la simbologia funeraria; quella del lato sinistro è forse genericamente allusiva alla defunta condotta all’Ade da Hermes, mentre il tema del viaggio oltremondano dell’anima è più ampiamente svolto nella scena principale con il ratto di Persefone, in cui la risurrezione è implicita per il sopraggiungere da sinistra di Demeter, ma il tema della resurrezione è svolto sul terzo lato con un secondo mito, quello di Alcesti ricondotta alla vita da Herakles. Le figure angolari di Horai alate e carpofore hanno funzione soltanto di cesure nello svolgimento delle scene simboliche, legate ovviamente assieme. Le scene laterali e la principale non diversificano soltanto per la tecnica e l’altezza del rilievo, ma per gli schemi e le proporzioni delle figure, che sono di repertorio classicistico, mentre le figure della fronte, longilinee, angolose, con panneggi triti sottolineano il dinamismo della scena e partecipano di una visuale formale nettamente diversa. Le teste sono realistiche, quasi caricaturali. Un motivo realistico è introdotto anche attraverso la contesa fra Afrodite che trattiene per lo scudo Atena dal tentativo di impedire il ratto, con l’intervento di Artemide che si inserisce fra le due, mentre nell’iconografia tradizionale rientra il carro di Demeter tratto dai serpi e rientrano le figure simboliche di Thalatta e Gea sotto gli equipaggi dei due cocchi. Il sarcofago è della media età degli Antonini.
AG — Archivio della Galleria degli Uffizi.
A. F. Gori, Inscriptiones antiquae Graecorum et Romanorum quae extant in Etruriae urbibus, Florentiae, 1744, III, tav. XXV;
Foggini, MusCap, IV, p. 157;
E. Q. Visconti, Musée Pie-Clementin, Milano, 1817—
F. G. Welcker, Alte Denkmäler, I—
[G. B. Zannoni] Reale Galleria di Firenze, Serie IV, Firenze 1840, IV, tav. CLII, p. 197;
E. Gerhard, Antike Bildwerke, zum ersten Male bekanntgemacht, Stuttgart, 1827, p. 401, n. 18 e p. 403, n. 24;
Matz, BerAkadWissBerl, 1871, p. 448;
H. Dütschke, Antike Bildwerke in Oberitalien, III, Leipzig, 1878, n. 64;
Forster, Raub der Perseph., p. 146;
Dissei, De Admeti et Alcesfidis fabula, DissHalle, 1882, p. 34;
Id., Der Mythos von Admet und Alkestis, ProgrGymnBrandenburg, 1882, p. 17;
Hirsch, De animarum imaginibus, 1889, fig. 93;
C. Rigoni, Catalogo della Reale Galleria degli Uffìzi di Firenze, Firenze, 1891, 1091, p. 32, n. 45;
Michaelis, in: Mitteilungen des deutschen Archaeologischen Instituts, Römische Abteilung, München, VIII, 1893, p. 175;
Hekler, in: Jahreshefte des öesterreichischen archaeologischen Instituts, Wien, XV, 1912, p. 185;
K. Robert (— A. Rumpf), Die antiken Sarkophagreliefs, Berlin, 1890 e ss., III, 3, n. 372, tavv. CXX—
S. Reinach, Répertoire des reliefs grecs et romains, I—
A. Della Seta, Monumenti dell’antichità classica, I—
Documenti:
Cod. Stuttgart. Hist. n. 316, f. 47 (in Robert, l. c.): in sancto Silvestro in campo Marcio;
1787, AG, XX, 15 (Acquisto Michelozzi), n. 97: sarcofago di marmo espone la favola del ratto di Proserpina;
Hülsen, Ausonia, VII, 1912, p. 84, nn. 38—
Disegni e incisioni:
Cod. Berolin., f. 15, di G. A. Dosio (Hülsen, l. c.);
Coburgensis, f. 140 (Robert, l. c.);
Gori, in: [G. B. Zannoni] Reale Galleria di Firenze, Serie IV, Firenze 1840, citt.
Fot.: Alinari 1309; Sopraintendenza alle Gallerie, Firenze, 10753, 10763, 72344.
Info: the museum annotation.
© 1958. Description: Guido A. Mansuelli. Galleria degli Uffizi. Le sculture. Parte I. Istituto Poligrafico dello Stato. Roma, 1958, pp. 238—239, cat. no. 257, ill. 257 a—c.