Late 1st century BCE. Inv. No. 2109.Rome, Vatican Museums, Chiaramonti Museum, LIV. 21Photo by Sergey Sosnovskiy
Headstone of the Vibii.
Late 1st century BCE.
Rome, Vatican Museums, Chiaramonti Museum, LIV. 21
(Roma, Musei Vaticani, Museo Chiaramonti, LIV. 21).
Rilievo Funerario dei Vibii
Il rilievo, del tipo “a cassetta”, era murato sulla fronte di un sepolcro familiare. Tra il padre, Lucius Vibius, e la madre, Vecilia Hilara, è raffigurato il busto del giovane figlio, Lucius Vibius Felicio Felix. Il monumento funerario può essere datato verso la fine del I secolo a. C. (inv. 2109).
Funerary Relief of the Vibii
The relief, of the “cassetta” or box type, was walled into the front of the family sepulcher. Between the father, Lucius Vibius, and the mother Vecilia Hilara, we can see the bust of their young son, Lucius Vibius Felicio Felix. The work can be dated towards the end of the 1st century BC. (inv. 2109).
60E. Grabrelief eines L. Vibius und seiner Familie (Taf. 36)
H. 0,75 m., Br. 0,945 m., T. 0,22 m. Feinkörniger bläulicher Marmor.
Abgebrochen die Nasenspitze an Mann und Frau. Im l. Auge der Frau ein Loch (Verletzung).
In rechteckiger, von glatten Rändern umgebener — auf dem unteren Rand die Inschrift — und starker Vertiefung Hochrelief: l. der Oberkörper des L. Vibius, von vorn sichtbar, in Tunica und Toga, aus der unten die R. hervorkommt; kahler Schädel; mumienhaftes Gesicht mit verschobener Oberlippe und cretinhaftem Ausdruck; das Porträt ist augenscheinlich nach der Totenmaske gearbeitet, was wir auch sonst beobachten können (vgl. hierselbst Nr. 602). R. der Oberkörper der Frau des Vibius im »Pudicitia«-Motiv (l. Hand erhoben) von vorn sichtbar; Ring am Goldfinger der l. Hand; Frisur der augusteischen Zeit, breites knochiges Gesicht mit stupidem, ordinären Ausdruck. Zwischen beiden oben von vorn sichtbar die Büste eines Knaben, Sohnes des Ehepaares; nackte, julisch-claudische Brustbüste; Ähnlichkeit mit dem Vater deutlich. Sorgfältige Handwerksarbeit.
CIL VI 28774.
LIV. 21. Rilievo funerario dei Vibii
Si tratta di uno dei più noti rilievi funerari degli ultimi anni dell’età repubblicana e costituisce un tipico esempio di questa classe di monumenti. Tali rilievi erano murati nella fronte dell’edificio funerario e raffiguravano la famiglia titolare del sepolcro secondo ima gerarchia espressa dalla posizione reciproca delle figure. Qui infatti il pater familias si trova alla sinistra, il posto d’onore secondo le convenzioni iconografiche dell’epoca, accanto alla moglie, mentre dietro di loro appare il ritratto del figlio piccolo. Sotto al rilievo sono i nomi dei personaggi: il padre Lucius Vibius Lucii filus Tromentina tribu [Lucio Vibio figlio di Lucio, della tribù (ripartizione territoriale-amministrativa) Tromentina], la madre Vecilia mulieris liberta Hilara [Vecilia Hilara, liberta di una donna] e il figlio Lucius Vibius Felicio Felix [Lucio Vibio Felicione Felice]. Infine è menzionata Vibia Lucii liberta Prima [Vibia Prima, liberta di Lucio] non raffigurata nel rilievo per la sua minore importanza nell’ambito della famiglia: era infatti una schiava liberata dal capofamiglia. I servi, una volta liberati (detti «liberti») assumevano il nome dell’ex padrone (detto «patrono») e avevano nei suoi confronti una serie di diritti e doveri; spesso venivano sepolti nella stessa tomba del patrono in quanto, portando lo stesso nome, facevano parte della famiglia. Da notare nel nome della moglie la C inversa: nella formula onomastica latina si indicava anche la filiazione (se la persona era di condizione libera) o il patrono (se la persona era un liberto) menzionato col solo prenome (per es. Marco, Lucio ecc.) visto che il nome (per es. Vibio, Vecilia, ecc.) era uguale. Quando una persona era liberta di una donna, poiché queste non possedevano il prenome, si ricorreva a una convenzione: siccome il prenome maschile più comune era Caius, con la C inversa si intendeva il femminile Caia, che indicava appunto genericamente il fatto che la patrona era una donna.
Inv. 2109;
CIL VI 28774, add. p. 3919; XI 3843, add. p. 1355;
W. Amelung, Die Sculpturen des Vaticanischen Museums, I, Berlin 1903, p. 348, n° 60E, tav. 36;
W. Helbig, Führer durch die öffentlichen Sammlungen Klassischer Altertümer in Rom, I, IV ed., Tübingen 1963, 381;
D. E. E. Kleiner, Roman Group Portraiture, New York—
© 2008. Description (1): museum label.
© 1903. Description (2): W. Amelung. Die Sculpturen des Vaticanischen Museums. Berlin, 1903. Band I. S. 348, Kat. Nr. 60E.
© 1989. Description (3): P. Liverani. Museo Chiaramonti. Guide cataloghi Musei Vaticani, 1. «L’Erma» di Bretschneider. P. 114—115.