Trojan slab (Tabula Iliaca)
Calcite.
1st century BCE.
H. 25 cm, B. 28 cm, T. 1.5 cm.
Inv. No. 316.Rome, Capitoline Museums, Palazzo Nuovo, Hall of the Doves

Trojan slab (Tabula Iliaca).

Calcite.
1st century BCE.
H. 25 cm, B. 28 cm, T. 1.5 cm.
Inv. No. 316.

Rome, Capitoline Museums, Palazzo Nuovo, Hall of the Doves
(Roma, Musei capitolini, Palazzo Nuovo, Sala delle colombe).

Origin:
Allegedly found in Bovillae, southward of Rome, on the Via Appia.
Description:

Italiano Tabula Iliaca

Probabilmente rinvenuta sulla via Appia, a circa dieci miglia da Roma, presso la villa conosciuta come Torre Messer Paolo, o presso Osteria delle Frattocchie, sito dell’antica Bovillae.
Calcite.
Altezza cm 25; larghezza cm 28; spessore cm 1,50.
La tabula si conserva in maniera frammentaria, priva della parte sinistra.

Roma, Musei Capitolini, inv. n. 316.
I secolo a. C.

Le Tabulae Iliacae sono tavole di pietra scolpite con illustrazioni dei poemi omerici e ciclici, provviste di iscrizioni esplicative e di riassunti. Tra le diciannove conosciute, la Tabula Capitolina è sicuramente la più completa, messa in relazione al frammento conservato al Metropolitan Museum di New York, dove però vengono illustrati soltanto sei libri dell’Iliade e una parte dell’llioupersis. Nella parte centrale della Tabula Capitolina è rappresentata una grande immagine con scene tratte dall’llioupersis corredate dalle relative iscrizioni; a destra, al di sopra di un pilastro, una lunga iscrizione propone il riassunto dei libri VII-XXIV del poema, con l’esclusione dei libri XIII, XIV e XVI. Il fregio a destra del pilastro e quello superiore illustrano scene tratte dall’Iliade, mentre alla base del pannello centrale altri due fregi sovrapposti narrano episodi tratti dalla Piccola Iliade (quello inferiore) e dall’Etiopide (quello superiore). Ogni illustrazione è accompagnata da iscrizioni che chiarificano la scena. Come nel pannello centrale, dove le iscrizioni Τρωικος e, subito sopra, llioupersis di Stesicoro (Ιλιουπερσις κατα Στησιχορον) definiscono la fonte delle scene raffigurate, così più in basso, tre iscrizioni chiarificano gli argomenti trattati nella tavola: l’Iliade di Omero (Ἰλιὰς κατὰ Ὅμηρον), l’Etiope di Arctino di Mileto (Αἰθιοπὶς κατὰ Ἀρκτῖνον τὸν Μιλὴσιον) e la Piccola Iliade (Ἰλιὰς ἡμικρὰ λεγομένη κατὰ Λέσχην Πυρραῖον) di Lesche di Pirra. Tra il pannello centrale, in basso, e i due fregi sottostanti è inserito il distico, frammentano, che reca il nome di Theódoros, l’artigiano considerato l’autore del rilievo, il cui nome compare su cinque Tabulae, cui probabilmente è da riferire la scelta, la disposizione delle illustrazioni e delle iscrizioni, e anche la loro esecuzione.

Il poema omerico prende avvio dal fregio superiore: in alto è Crise, che prega davanti al santuario dì Apollo Sminteo (Iliade I, v. 39). Alle sue spalle è uno schiavo con due buoi; seguono l’episodio della peste (Iliade I, v. 92) — si riconoscono un cane accucciato, la testa di un altro animale, forse un ariete, e un uomo con arco e faretra, probabilmente Apollo la lite dei capi achei (Iliade I, v. 197) — l’indovino Calcante ha il braccio destro levato in segno dì presagio, mentre Agamennone, seduto con la spada sguainata, affronta Achille, in piedi, in procinto di estrarre la spada dal fodero; tra loro è il vecchio Nestore che cerca di placare l’ira dei due achei; alle spalle di Achille, Atena con elmo e scudo, trattiene il Pelide per i capelli la restituzione di Criseide al padre (Iliade I, v. 440) — si prepara l’ecatombe per il dio Apollo; Odisseo conduce Criseide all’altare del tempio dove l’attende Crise con le braccia tese; — la preghiera di Teti raffigurata inginocchiata davanti al trono di Zeus (Iliade I, v. 550).

La narrazione continua sul fregio laterale: nel primo fregio in basso a destra sono raffigurate tre scene, Merione che uccide Acamante (Adamante nell’Iliade) inginocchiato con le braccia tese indietro (Iliade XIII, vv. 570—573); Idomeneo colto nel momento in cui sta per colpire Otrioneo (Iliade XIII, vv. 362—372) e la morte di Asio; lo scontro tra Enea e Afareo. Nel secondo fregio dal basso vengono narrate le imprese di Aiace Telamonio: Archeloco, in piedi, con la lancia sollevata, cerca di colpire Aiace (Iliade XIV, v. 463); ancora oltre, quest’ultimo si scaglia contro Ettore che fugge; tra i due è raffigurato Poseidone, che tende le mani verso Aiace; ad accogliere Ettore c’è Apollo. Il terzo fregio dal basso narra la battaglia presso le navi: la scena è rappresentata su due piani differenti. Su un’altura sono Enea ed Eleno con l’arco teso; in basso c’è Kleitos accovacciato a terra, mentre nel mezzo è Paride con una torcia tra le mani, la stessa che reca anche Ettore, mentre con lo scudo nella sinistra si dirige verso le navi. Ai suoi piedi giace ferito Caletore. Su una nave si trova, invece, Aiace che protegge con lo scudo Teucro inginocchiato. Nel quarto fregio dal basso Patroclo è aiutato da Fenice a vestire l’armatura di Achille; quest’ultimo assiste seduto su uno sgabello, in atteggiamento pensoso e triste. Segue il duello tra Patroclo ed Ettore. Il quinto fregio dal basso, privo di iscrizioni, mostra Ettore, su un carro al galoppo, e sotto il corpo esanime di Patroclo protetto con uno scudo da Aiace. Menelao (?) trascina il corpo del defunto sorreggendolo sotto il braccio. Poco oltre altri due achei, probabilmente Menelao e Merione (Iliade XVII, v. 717), sollevano il corpo di Patroclo per portarlo verso il carro dove due soldati trattengono i cavalli, l’uno per le redini, l’altro per il morso. Nel sesto fregio dal basso Achille piange il corpo senza vita di Patroclo disteso p.150 su un letto. Dietro, una figura femminile solleva le braccia in segno di disperazione. A sinistra è Teti che, con la testa appoggiata alla mano sinistra, osserva Efesto forgiare le armi per Achille. Efesto siede a destra e sta colpendo lo scudo, appoggiato su un’incudine. Tre ciclopi nudi stanno collaborando con Efesto. Nel settimo fregio dal basso Achille si riveste con le armi forgiate da Efesto alla presenza di Teti e di due ancelle, una delle quali regge lo scudo mentre Fenice sorregge l’elmo. Ancora oltre Achille, completamente armato, si dirige verso il carro a quattro ruote su cui è Automedonte. Il carro con i cavalli è tenuto per le briglie da una figura con veste lunga, probabilmente Alkimos. La narrazione continua nell’ottavo fregio dal basso, dove Poseidone giunge in soccorso di Enea (Iliade XX, vv. 325—330); Achille si lancia su un troiano (Polidoro o Ifitione). Nelle vicinanze un altro troiano, forse Ettore, fugge verso destra. Segue il duello tra Ettore e Achille che avanza con spada e scudo. Sulla destra sono due personaggi di difficile identificazione. Si tratta forse di Apollo accorso in aiuto di Ettore (Iliade XX, v, 443). Il combattimento presso il fiume Scamandro è rappresentato nel nono fregio dal basso: Achille uccide Licaone (Iliade XXI, v. 50) — alla sua destra avanzano Poseidone con il tridente e Atena (Iliade XXI, v. 285) poi si getta con scudo e lancia all’inseguimento di due guerrieri troiani in fuga attraverso la porta della città. È nel decimo fregio che viene raffigurata la morte di Ettore. Sotto la porta di Troia Ettore attende Achille (Iliade XXII, vv. 92—97), vicino alla colonna destra; poco oltre Achille trascina con il carro il corpo esanime di Ettore legato per i piedi. Nell’undicesimo fregio hanno luogo i funerali di Patroclo: il giovane eroe greco giace su un rogo a forma di piramide e Achille gli sta accanto per compiere una libagione (Iliade XXIII, v. 218), mentre un personaggio gli porge un arredo sacrificale. A destra assiste una figura con scettro, forse Agamennone. Segue la gara della corsa con i carri in onore di Patroclo. Nel dodicesimo e ultimo fregio Priamo giace a terra di fronte ad Achille che, seduto su un seggio, ascolta le suppliche del re troiano: dietro c’è Hermes che gli rivolge parole di conforto. Vicino ad Achille, in secondo piano, è un vecchio con un lungo mantello, forse Fenice. Riscattato con molti doni, che due uomini stanno scaricando da un carro, Priamo accoglie il corpo del figlio, aiutato da tre uomini nel trasporto. Quanto alle sette scene tratte dall’Etiopide (in basso, fregio superiore), queste narravano la morte di Pentesilea, quella di Tersite, la fine di Memnone e di Antiloco (entrambi i combattenti sono rappresentati in un’unica scena). E inoltre la morte di Achille, seduto sotto la Porta Scea, mentre alle sue spalle Aiace solleva lo scudo. Di seguito è mostrato il sollevamento del corpo di Achille da parte di Aiace alla presenza di Odisseo. Alla scena del compianto dinanzi al corpo di Achille partecipa Teti in procinto di compiere una libagione davanti a un altare rotondo. Subito dopo ha luogo il suicidio di Aiace, rappresentato di schiena, con la testa tra le mani e la lancia nella destra.

Alla Piccola Iliade è dedicato il fregio sottostante: alla morte di Paride colpito da Filottete, segue una scena in cui due uomini si trovano vicino a un altare e, mentre quello di sinistra compie una libagione, a destra un uomo vestito di chitone e mantello appoggia la destra sull’ara: probabilmente si tratta di Euripilo, che fa giuramento di fedeltà di fronte a Priamo (Sadurska 1964). Seguono il combattimento tra Neottolemo ed Euripilo, il furto del Palladio da parte di Odisseo e Diomede, l’episodio del cavallo di Troia.

Le scene relative all’llioupersis incise sul riquadro centrale sono leggibili per bande orizzontali corrispondenti a particolari architettonici o a dislivelli del terreno. Nella parte superiore del pannello è visibile Troia con i suoi palazzi e le sue mura. Se Enea è raffigurato in fuga dalla Porta Scea, più in basso sono raffigurate a destra la tomba di Achille, a sinistra quella di Ettore. Alla base del pannello ecco ormeggiate le navi degli Achei e l’imbarcazione di Enea, pronta per la partenza da Troia. Nel fregio superiore l’azione si svolge all’interno della città, dove nel recinto sacro di Atena è collocato il cavallo di legno sul cui fianco è appoggiata una scala sorretta da un uomo. Al centro dell’area sacra si svolge lo scontro tra Greci e Troiani, divisi in gruppi opposti, intorno a un altare rotondo. Davanti ai gradini del tempio di Atena, Cassandra inginocchiata è trattenuta per i capelli da Aiace Oileo. Nel fregio centrale l’azione si svolge all’interno del palazzo di Priamo. Questi, seduto presso l’altare di Apollo, raffigurato al centro p.151 del colonnato, è afferrato per i capelli da Neottolemo che, armato e con il mantello svolazzante, appoggia un piede sulle sue ginocchia. A fianco del re siede Ecuba, stretta in un ultimo abbraccio al marito, mentre un greco tenta di trascinarla via. Giace a terra, privo di vita, uno dei figli di Priamo. Nel lato simmetricamente opposto, un uomo nudo è accasciato al suolo e si sostiene con una mano. A destra del palazzo si trova il tempio di Afrodite, visto di tre quarti: Elena vi sta davanti, con la schiena seminuda e la veste che avvolge la gamba, e cerca di sottrarsi a un guerriero, probabilmente di Menelao, che tenta di portarla via (cfr. Virgilio, Eneide II, vv. 558 e sgg.). A sinistra del palazzo di Priamo, in posizione simmetrica rispetto al precedente edificio, è situato un secondo tempio davanti al quale una donna tenta di sottrarsi al colpo di un guerriero greco vestito con una clamide svolazzante (mancano per questa scena le iscrizioni). Il fregio inferiore si svolge al di sopra delle mura, divise dalla Porta Scea: qui sono raffigurati Demofonte e Acamante che afferrano e conducono via Etra; alla destra di Acamante, una donna seminuda giace accasciata a terra. A sinistra della porta, un personaggio seduto è assalito da un armato; immediatamente a sinistra, un guerriero armato di lancia e di scudo si avventa verso un altro gruppo composto da due personaggi: Enea che riceve da Anchise una cassetta con i sacra di Troia. Dinanzi alla Porta Scea e nel suo interno è raffigurato Enea che, accompagnato da Hermes, porta il padre Anchise sulle spalle; Ascanio stringe la mano del padre, li segue Creusa. Il gruppo è seguito da un personaggio connotato epigraficamente come Miseno. Al di fuori delle mura di Troia, sui gradini del lato breve del sepolcro di Ettore (una sorta di struttura quadrangolare dove è appeso uno scudo con incisi leoni sporgenti), l’araldo Taltibio si volge verso un gruppo di tre personaggi, Andromaca con Astianatte in braccio, nel mezzo Cassandra, in atteggiamento pensoso, a destra Eleno con le mani sulle ginocchia e con la veste frigia. Sul lato lungo, in piedi sul primo gradino si trova Ecuba con la figlia Polissena per mano; a fianco, seduta sul gradino più alto, è rappresentata Andromaca che appoggia la testa tra le mani, in atteggiamento di dolore. Sempre sullo stesso gradino siede Eleno che conversa con Odisseo. A destra della porta è situato l’heroon di Achille, costituito da un pilastro quadrangolare, ai cui piedi c’è Polissena accasciata sulle ginocchia, con il corpo seminudo (la veste avvolta intorno alle gambe), che reclina il capo mentre Neottolemo sta per sacrificarla. A destra della tomba, Odisseo è seduto in atteggiamento pensoso in compagnia di Calcante, vestito con un chitone corto e con clamide. Di seguito è rappresentato il promontorio Sigeo (indicato dall’iscrizione), alla cui destra Enea sta salendo sul ponte di una nave con le vele abbassate: egli tiene per mano il piccolo Ascanio e sostiene il padre Anchise che reca con sé i Penati. Da terra arriva Miseno con un remo sulla spalla sinistra.

La Tabula Capitolina rappresenta senza dubbio la testimonianza più articolata di questa serie di bassorilievi, sia per la complessità iconografica, sia per l’importanza storico-artistica. Come elemento di confronto può essere presa in considerazione una varietà eterogenea di monumenti, dalle cosiddette “coppe omeriche”, una variante particolare delle coppe magaresi, alle pitture parietali pompeiane del criptoportico della Casa del Criptoportico (in particolare i rilievi in stucco del Sacello Iliaco) o dell’oecus della Casa di D. Ottavio Quartione, e in misura minore, anche se rilevante, le lastre “Campana” e la ceramica aretina; gli studiosi hanno proposto per questa tavola datazioni oscillanti tra la prima età augustea (Helbig), il I secolo d. C. (Reinach), fino all’età antonina (Brilliant): di certo appare rilevante il valore ideologico assegnato nella Tabula Capitolina alla partenza di Enea verso l’Occidente in vista della fondazione di Roma, messaggio chiaramente riferibile alla propaganda ideologica augustea. Se A. Sadurska, che considera quest’opera come la più antica tra le varie Tabulae rinvenute, ha avanzato una datazione all’ultimo venticinquennio del I secolo a. C., periodo al quale si adatterebbero sia i confronti iconografici e formali, sia l’analisi dei particolari architettonici e antiquari ricavabili dallo studio del monumento, M. Torelli ha recentemente proposto per questo e per gli altri rilievi una cronologia al I secolo a. C., epoca in cui alcune famiglie romane più in vista cominciano a rivendicare la tradizione sulle proprie origini troiane, da cui deriverebbe l’uso di esporre nel tablino della loro casa le memorie del loro passato.

Lucio Fiorini
Literature:
Reinach 1909—1912, vol. II, p. 228;
Helbig 1963—1972, vol. Il, p. 118;
Sadurska 1964, pp. 24 e sgg. (con bibliografia precedente);
Horsfall 1979, pp. 33 e sgg.;
Brilliant 1991, pp. 53 e sgg.;
M, Torelli in Atti Taranto 1998, pp. 121—122;
Cappelli 2000, p. 198.
Credits:
© 2006. Photo, text: Iliade. Electa, Milano, 2006. P. 148—151, cat. 6.
© 2006 Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
© 2006 Mondadori Electa S.p.A., Milano.
© Photo: Archivio fotografico dei Mysei Capitolini, Roma.
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