Busto di Tiberio

Collezione Boncompagni Ludovisi.
Marmo lunense.
Alt. 84; inv. 8615.

Il ritratto, caratterizzato da una capigliatura trattata a singole ciocche parallele e corta frangia, è ritenuto con certezza non antico, sebbene realizzato con richiami all’immagine ufficiale di Tiberio nel tipo di capigliatura e nel tratti fisionomici. L’imitazione dell’antico è riscontrabile anche nel procedimento di lavorazione, con l’inserimento della testa con il collo, lavorati a parte, nel busto.

L’origine moderna del ritratto trova un utile confronto con un’altra immagine non antica di Tiberio, appartenente alla collezione Gonzaga e conservata nel palazzo Ducale di Mantova.

La scultura si presenta quale tipico prodotto della cultura antiquaria che dal Rinascimento in poi spinse i collezionisti a raccogliere la serie completa dei dodici Cesari, che poteva essere integrata con indubbie falsificazioni, appositamente eseguite.

Museo Nazionale Romano. Le sculture, a cura di A. Giuliano, I, 1, Roma 1979, p. 9, n. 10 (P. Rendini); I, 5, Roma 1983, p. 203 ss., n. 88 (L. de Lachenal).