August

La testa apparteneva a una statua togata raffigurante Ottaviano Augusto (27 a.C-14 d.C.) velato capite (a capo coperto), probabilmente nell’atto di officiare qualche rito sacro. Svetonio nelle Vite dei Cesari dà un’accurata descrizione della sua fisionomia: di bell’aspetto, anche se piccolo di statura, biondiccio di capelli e dal naso aquilino, dallo sguardo penetrante. Il volto è danneggiato da numerose scalfitture e abrasioni, mentre il naso è pressoché mancante. Fra le ciocche di capelli, sopra la fronte, sono presenti alcuni fori, praticati già in antico, per fissare una corona radiata in metallo, simbolo dell’avvenuta divinizzazione dell’imperatore. Sulle guance è presente una leggera barba, realizzata a piccoli colpi di scalpello, segno di lutto per la disfatta di Varo (9 d.C.) secondo alcuni studiosi, per la morte prematura di Ottavia e Druso (10—9 a.C.) secondo altri. In genere i ritratti di Augusto velato capite sono messi in relazione alla carica di pontefice massimo che egli assunse nel 12 a.C. Nulla impedisce però di ritenere che egli fosse rappresentato semplicemente come sacrificante anche prima di questa data. Alcuni studiosi hanno ritenuto la testa veneziana un ritratto di Augusto in età matura, contemporaneo alla realizzazione dell’Ara Pacis (13—9 a.C), altri, al contrario, considerando il patetismo e i forti chiaroscuri, hanno ipotizzato che possa trattarsi di un’opera riferibile alla prima fase della carriera politica di Ottaviano. Essa risente dei moduli greci, ma all’ispirazione classicista si unisce con sapiente equilibrio l’attenzione per i tratti fisionomici.