The duel between Eteocles and Polynices. (Variant: Death of Patroclus.)

XIX, 5. Verona, Museo lapidario; Maffei Mus. Veron. tav. V n. 3; descritto non senza gravi sbagli dal Dütschke Antike Bildw. in Oberital. IV n. 573; l. 0,62; alabastro volterrano. Lo zoccolo dell’ urna nonché il fregio essendo più larghi del solito e decorati con straordinaria ricchezza, il campo occupato dalla rappresentanza è sensibilmente ristretto nell’altezza, e ciò si risente pure nelle proporzioni delle figure. I due fratelli rassomigliano molto al n. precedente. Polinice, che anche qui occupa l’angolo d. dell’urna, è ancora più spossato e di peso vien sorretto dal compagno in fondo; ma pure Eteocle si regge a stento e con l’aiuto del rispettivo compagno. Edipo in tutto rassomiglia al n. 2, il braccio alzato è vestilo di stretta manica ricamata; nella sin. regge lo scettro (conservato soltanto in parte). Lo assiste il fanciullo, il quale con faccia agitata guarda Eteocle. Giocasta, che apparisce nel fondo fra il consorte ed il figlio moribondo, dimostra la vecchiaia dalla faccia rugosa; in quanto al concetto non differisce dal n. precedente. Lo spazio assai maggiore tra Eleocle e Polinice è riempito da una figura nuova, un guerriero imberbe cioè vestito di tunica, manica stretta e stivali, ed armalo di scudo, elmo a foggia di berretto frigio e spada (in parte rotta). Egli protende contro Polinice lo scudo, riccamente decorato con una testa nel centro, e contro il medesimo pare dirigga la spada. Potrebbe prendersi per un guerriero tebano che in questo modo esprima il proprio sentimento ovvero la sentenza di Creonte contro il giovane che era venuto ad espugnare la patria; però rimane il dubbio che si tratti semplicemente di una delle solite figure generiche introdotte qua e là a seconda delle esigenze dello spazio. Invece di Antigone vedesi nel fondo, a d. di questa figura, un uomo barbato, pienamente vestito e diademato, che non può essere altro che Creonte stesso, successore di Eteocle nel regno. Si noti la testa smisuratamente grande, forse per farla spiccare meglio, il corpo essendo in gran parte nascosto dietro lo scudo del guerriero e le gambe di Polinice. All’angolo sinistro della rappresentanza si vede la Furia del n. precedente, mancante della parte superiore della testa e del braccio sinistro, mentre è conservata l’estremità della face rovesciata che reggeva in mano. Nel fondo della rappresentanza finalmente sono indicate le mura di Tebe con tre torri.