Mid-1st century CE. Inv. No. 30.Rome, Roman National Museum, Palazzo Massimo alle TermePhoto by Roger B. Ulrich
Funerary altar of Minucia Suavis.
Mid-1st century CE.
Rome, Roman National Museum, Palazzo Massimo alle Terme
(Roma, Museo nazionale romano, Palazzo Massimo alle Terme).
CIL VI 22560
DIIS MANIBUS
MINUCIAE SUAVIS
P[ubli] SEXTILI CAMPANI
VIXIT ANNIS XIIII MENS[ibus] VIII
DIEBUS XXIII FECIT
TI[berius] CLAUDIUS SUAVIS
PATER PIISSIMUS
To the Gods Manes of Minutia Suavis, (the wife) of Publius Sextilius Campanus; she lived 14 years, 8 months and 23 days; Tiberius Claudius Suavis, the most devoted father, has made (the monument).
41. ALTARE FUNERARIO DI MINUCIA SUAVIS (inv. n. 30).
Marmo italico a grana fine; h. cm. 93,3; l. max. cm. 66,5; l. min. cm. 54,4; prof. cm. 46.
Numerose scheggiature e abrasioni sullo zoccolo; fenditure oblique sulla cornice anteriore e sull’iscrizione; scheggiati il naso, le labbra della fanciulla ed il prefericolo del lato sinistro.
Provenienza: Roma, trovato nei Giardini Barberini, in seguito collocato a Palazzo Sciarra. Il pezzo è stato inventariato dopo il 1900.
L’ara, di forma quadrangolare e ricavata da un unico blocco, poggia su un alto zoccolo modanato. La fronte, incorniciata da un sottile listello scanalato, è occupata in p.338 basso dall’iscrizione e in alto da una nicchia semicircolare nella quale è collocato, quasi a tutto tondo, il busto-ritratto della defunta, la cui acconciatura, a larghe onde a cannello nettamente incise che scendono ai lati del capo, permette di collocare con sicurezza il marmo in età flavio-traianea; come confronti si ricordano il ritratto femminile del monumento degli Haterii già al Laterano (Giuliano, Ritratti, n. 52, tav. 32, 33), al quale codesto pare molto vicino sia nella resa della capigliatura che nel morbido trattamento del volto; il busto di Decia Spendusa e la testa di donna anziana velata, entrambi datati in età traianea, nel Museo delle Terme (Felletti Maj, Ritratti, nn. 162-163).
Il panneggio del vestito, piuttosto accollato, è reso a tratto inciso, quasi trascurato rispetto al ritratto.
Patera su lato destro, prefericolo su quello sinistro; sul retro dell’altare è scolpito un albero di alloro.
Bibliografia: Altmann, Grabaltäre, p. 210, n. 270, fig. 168; Helbig, n. 2428; H. Zosel; Candida, p. 86 ss., n. 36, tavv. XXX, XXXIII, F.
Neg.: DAI 76.1710-11.
Iscrizione funeraria integra; campo epigrafico cm.
Diis Manibus
Minuciae Suavis,
P(ubli) Sextili Campani (scil. uxoris);
vixit annis XIIII, mens(ibus) VIII,
diebus XXIII; fecit
Ti(berius) Claudius Suavis,
pater piissimus.
La dedica è posta alla giovanissima Minucia Suavis, moglie di P. Sextilius Campanus, dal padre Ti. Claudius Suavis.
Contrariamente alla regola la figlia ed il padre hanno gentilizio diverso; una possibile spiegazione potrebbe essere che Minucia sia nata quando uno dei due genitori era ancora schiavo, benché nell’onomastica sia della una che dell’altro manchi la formula di patronato. Non sembra invece verosimile che ella sia figlia di prime nozze della moglie, non ricordata, di Claudius, poiché ha il medesimo cognome del padre. Suavis infatti, nome virile, per le qualità morali che ricorda, è usato a volte anche per donne. E’ da notare infine che tra i dedicanti non è presente, oltre alla madre, forse morta, neppure il marito, ricordato solo nel gamonimico.
L’iscrizione, per i caratteri paleografici e per l’uso della formula iniziale scritta per esteso, è riferibile alla metà del I sec. d.C.
Bibliografia: CIL, VI, 22560.
© 1981. Description: Museo Nazionale Romano. Le Sculture. I, 2. De Luca Editore. Roma, 1981, pp. 337—338, cat. no. IV. 41.