The inscription “ΖΗΝΩΝ” is a mistaken and modern addition. Inv. No. 305.Rome, Vatican Museums, Pius-Clementine Museum, Room of the Muses, 11Photo by Sergey Sosnovskiy
Herm of Plato.
The inscription “ΖΗΝΩΝ” is a mistaken and modern addition.
Rome, Vatican Museums, Pius-Clementine Museum, Room of the Muses, 11
(Roma, Musei Vaticani, Museo Pio-Clementino, Sala delle muse, 11).
SM 11. Erma di Platone (considerato “Zenone”) (fig. 34)
Probabilmente proviene dai dintorni di Napoli, essendo napoletano Giuseppe Rega, l’antiquario che la vendette ai Musei nel 1773; l’iscrizione in greco “Zenon” è settecentesca, dovuta alla confusione nel riconoscimento della fisionomia dei vari filosofi illustri dal nome Zenone. La larga fronte coperta dalla fitta frangetta e la marcata struttura del viso della presente erma — nota da circa altre 20 repliche — sono state riconosciute come pertinenti a Platone grazie alle iscrizioni su di un’erma tiburtina (oggi sulla scalinata del Palazzo Municipale di Tivoli) e su di un mosaico di Torre Annunziata. Il volto del filosofo, pur dotato di un’espressione intensa e concentrata, è per altri versi poco caratterizzato e segnato da toni classicheggianti; di conseguenza questa replica, databile intorno alla metà del I sec. d.C., si ispira probabilmente al ritratto di Platone su di una statua dedicata dal persiano Mitridate nell’Accademia di Atene, che il bronzista Silanion sembra aver scolpito intorno alla metà del IV sec. a.C., idealizzando la fisionomia del volto.
Inv. 305; L III 1 p. 72 n° 519 tav. 18; R. Boehringer, Platon, Breslau 1935, p. 17 e ss. tavv. 23-28; Laurenzi p. 93 n° 20 tav. 6; Lippold, Handbuch p. 273; Felletti Maj 1953 p. 14; H 86; Richter p. 165 n° 1; Pietrangeli 1987 p. 127 n° 519; I. Scheibler, Sokrates in der griechischen Bildniskunst, München 1989, p. 70; C. Pietrangeli, in BMon MusPont, XII, 1992, p. 29 nota 48; A. Di Leo, B. Cacciotti, S. Savona, in Erme tiburtine, p. 131 nota 30, p. 221 nota 5 e pp. 280-281; den Hoff p. 20 nota 32 e p. 63 nota 3.
Probabilmente proviene dai dintorni di Napoli, essendo napoletano Giuseppe Rega, l’antiquario che la vendette ai Musei nel 1773; l’iscrizione in greco “Zenon” è settecentesca, dovuta alla confusione nel riconoscimento della fisionomia dei vari filosofi illustri dal nome Zenone. La larga fronte coperta dalla fitta frangetta e la marcata struttura del viso della presente erma — nota da circa altre 20 repliche — sono state riconosciute come pertinenti a Platone grazie alle iscrizioni su di un’erma tiburtina (oggi sulla scalinata del Palazzo Municipale di Tivoli) e su di un mosaico di Torre Annunziata. Il volto del filosofo, pur dotato di un’espressione intensa e concentrata, è per altri versi poco caratterizzato e segnato da toni classicheggianti; di conseguenza questa replica, databile intorno alla metà del I sec. d.C., si ispira probabilmente al ritratto di Platone su di una statua dedicata dal persiano Mitridate nell’Accademia di Atene, che il bronzista Silanion sembra aver scolpito intorno alla metà del IV sec. a.C., idealizzando la fisionomia del volto.
Inv. 305; L III 1 p. 72 n° 519 tav. 18; R. Boehringer, Platon, Breslau 1935, p. 17 e ss. tavv. 23-28; Laurenzi p. 93 n° 20 tav. 6; Lippold, Handbuch p. 273; Felletti Maj 1953 p. 14; H 86; Richter p. 165 n° 1; Pietrangeli 1987 p. 127 n° 519; I. Scheibler, Sokrates in der griechischen Bildniskunst, München 1989, p. 70; C. Pietrangeli, in BMon MusPont, XII, 1992, p. 29 nota 48; A. Di Leo, B. Cacciotti, S. Savona, in Erme tiburtine, p. 131 nota 30, p. 221 nota 5 e pp. 280-281; den Hoff p. 20 nota 32 e p. 63 nota 3.
Text: museum inscription to the sculpture.
© 1999. Description: G. Spinola. Guide cataloghi Musei Vaticani, 4. Il Museo Pio Clementino, 2. Città del Vaticano, Roma, 1999, pp. 197-198, cat. no. SM 11.