79 CE.
H. 211 cm. Inv. No. 6059.Naples, National Archaeological MuseumPhoto by Ilya Shurygin
Cuirassed statue of Titus.
79 CE.
H. 211 cm.
Naples, National Archaeological Museum
(Napoli, Museo archeologico nazionale).
25. Statua loricata di Tito
Marmo bianco; mani di restauro.
Ercolano, Augusteum (cd. Basilica), al centro nell’esedra rettangolare del lato di fondo.
Napoli, MAN, inv. 6059.
H cm 211.
Età flavia.
Il ritratto di Tito dell’Augusteum di Ercolano è con molta probabilità uno dei primi ritratti ufficiali dell’imperatore, il quale prese l’imperium il 24 giugno 79 d. C., poco prima dell’eruzione che coprì la cittadina vesuviana.
L’imperatore è raffigurato in posizione stante sulla gamba destra e con la gamba sinistra leggermente flessa e ritratta, e riproduce nella posizione lo schema dell’Augusto di Prima Porta: il braccio destro che sorregge il lungo scettro, segno del comando imperiale, e quello sinistro piegato ed avvolto nel mantello (paludamentum) che, fissato sull’omero sinistro, ricade sul petto formando un ampio sinus per poi ricadere sul retro lungo il fianco. Ai piedi calza le caligae. Funge da supporto della figura il consueto sostegno ad albero. La lorica, ovvero la corazza militare da parata che ricopre la tunica è decorata da due Grifoni affrontati in posizione araldica che poggiano su un racemo floreale nascente da una palmetta d’acanto. Tra di essi trova posto un thymiaterion. Due file di lambrecchini (pteryges) metallici pendono dal bordo inferiore della corazza e coprono una fila di pteryges frangiate di cuoio rese con dovizia di particolari.
Lo schema decorativo della corazza segue il repertorio ornamentale standard teorizzato tra l’età augustea e giulio-claudia, e la funzione propagandistica è affidata ai soli lambrecchini metallici ornati da motivi ricorrenti nei decori militari imperiali, come la testa di Gorgone, animali fantastici, scudi, patere ed elmi, che si affiancano e si alternano a elementi ispirati alle vicende belliche di Tito, come le protomi di elefante, simboleggianti i trionfi militari in Oriente e i giochi circensi a cui si fa allusione con intento propagandistico, anticipando i giochi del Colosseo che sarebbero stati documentati dalla monetazione dell’80 d. C. raffigurante l’elefante corazzato e l’effige dell’imperatore su carro trionfale trainato da elefanti. Alla discendenza e continuità con la politica augustea si riferiscono invece le protomi di capricorno, in uso anche nella coniazione di aurei del 79 d. C.
Il retro della statua, non rifinito, indica una esposizione frontale che ben si addice alla supposta collocazione nel centro dell’esedra rettangolare dell’edificio, come indicato dalle notizie di scavo settecentesche.
D. Boschung, Gens Augusta: Untersuchungen zu Aufstellung, Wirkung und Bedeutung der Statuengruppen des julisch-claudischen Kaiserhauses (Monumenta artis Romanae, 32), Mainz 2002, p. 119, n. 42. 3, tav. 93. 2;
Ercolano. Tre secoli di scoperte, a cura di M. P. Guidobaldi, Catalogo della Mostra (Napoli, 16 ottobre 2008 — 13 aprile 2009), Napoli 2008, p. 253, n. 22;
M. Torelli, La Basilica di Ercolano. Una proposta di lettura, in “Eidola. International Journal of Classical Art History” 1, 2004 (Pisa-Roma 2005), pp. 117—
Exhibition “Herculaneum Antiquities” (Saint-Peretsburg, The State Hermitage Museum, 17.12.2011—12.02.2012).
© 2011. Description, bibliography: Antichità da Ercolano. Catalogo della mostra (16 dic. 2011 — 12 feb. 2012, San Pietroburgo, Ermitage). NP-Print, SPb, 2011. P. 139—140, cat. n. 25.