Satyr.
Rome, Vatican Museums, Pius-Clementine Museum, Octagonal Court, South portico, 18
(Roma, Musei Vaticani, Museo Pio-Clementino, Cortile ottagono, Portico sud, 18).
Era esposta nel Braccio Nuovo. Oltre alla testa non pertinente, il torso e le gambe presentano molte integrazioni marmoree. La testa rappresenta una delle numerose repliche del “Satiro ridente”, uno dei modelli più diffusi del tardo ellenismo, mentre il corpo, appoggiato ad un tronco da cui fuoriescono delle spighe e con una pelle di pantera annodata sul collo, ripete le movenze di varie opere della tarda età classica (metà del IV sec. a.C.), come alcune attribuite a Prassitele, quali il “Satiro versante” ed il “Satiro Anapauòmenos” e, soprattutto, nelle derivazioni ellenistiche dell’“Eracle in riposo” di Lisippo e del Ganimede che abbevera l’aquila (entrambe con il caratteristico intreccio delle gambe). L’unione di questi elementi è da alcuni studiosi considerata una creazione microasiatica del III sec. a.C. e da altri un motivo nato nel tardo ellenismo, durante la corrente artistica detta “rococò” (II sec. a.C.). La copia romana, sia la testa che il torso, stilisticamente sembra databile alla prima metà del II sec. d.C. Un foro tra il pollice e l’indice (integrato) della mano sinistra suggerisce la presenza di un oggetto in quella mano, mentre un incavo alla base del tronchetto può far sospettare l’originaria presenza di un altro personaggio alla sinistra del satiro.
Inv. 1033; A I p. 44 n° 30 tav. 5; W. Klein, in ÖJh, 19-20, 1919, p. 255 nota 4 n° 6; L. Faedo, in S. Settis (a cura di), Il Camposanto monumentale di Pisa. Le antichità, II, Modena 1984, p. 181.
© 1996. Description: G. Spinola. Guide cataloghi Musei Vaticani, 3. Il Museo Pio Clementino, 1. Città del Vaticano, Roma, 1996, pp. 60-62, cat. no. PS 18.