Copy made in the Claudian age (mid-1st cent. CE) of an original which had preserved the pathetics popular in the period after 60 BCE.
Height 37 cm. Inv. No. 62.Venice, National Archaeological MuseumPhoto by Ilya Shurygin
Pompey the Great.
Copy made in the Claudian age (mid-1st cent. CE) of an original which had preserved the pathetics popular in the period after 60 BCE.
Height 37 cm.
Venice, National Archaeological Museum
(Venezia, Museo archeologico nazionale).
10. Ritratto di Pompeo (inv. n. 62).
Marmo greco a grana grossa (delle isole?): alt. totale m. 0,37; dal mento all’apice del capo m. 0,25.
Sono di restauro: il naso, la punta del mento, parte delle labbra, delle orecchie e delle arcate sopracciliari, due ciocche di capelli sopra l’occhio sinistro, il contorno destro del collo. Alcune lievi scheggiature si notano sulle guance e sulla capigliatura. Il collo, tondeggiante alla base, doveva essere inserito in una statua.
Proviene dal legato Grimani del 1586. Si conserva nella sala IX del Museo.
L’abbondante e disordinata capigliatura, trattata a lunghe ciocche falcate, che coprono le tempie e s’incontrano in un piccolo ciuffo nel mezzo della fronte, la quale s’apre a forma trapezoidale, solcata da alcune rughe orizzontali, leggermente ondeggianti; la bocca sottile e il mento piccolo e pronunciato; lo sguardo reso patetico dal rigonfiamento delle arcate sopracciliari e dal rilievo muscolare alle pendici del naso e nei limiti naso-labiali, sono dati che caratterizzano l’iconografia di Pompeo, confortata sia dalle fonti letterarie1, sia dal confronto con le effigi monetali, in particolare con quelle coniate in Sicilia nel 38 a. C.2
Il ritratto, scolpito presumibilmente in epoca claudia, sembra risalire — secondo lo Schweitzer e il Buschor — ad un originale creato intorno al 60—
Il parallelo con i marmi di sicura identificazione palesa subito le diverse interpretazioni stilistiche dello stesso personaggio: mentre gli autori del Pompeo alla Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen3, della Collezione Brown4 e del Museo Nazionale Romano5 mostrano un ritratto di gusto italico, pur in parte creato con l’ausilio di espedienti e moduli ellenistici, gli autori del Pompeo di Venezia e di Firenze6 presentano invece l’effigie di un romano in chiave puramente ellenistica. Difficile peraltro appare la classificazione del Pompeo al Museo di Ostia7, lavoro formalmente scadente e pressoché inespressivo.
Il Buschor, collegando stilisticamente le teste di Firenze e di Venezia all’ambiente ellenico, ha rilevato l’influsso in esse dell’immagine di Alessandro Magno da Pergamo8 e del Pugilatore al Museo Nazionale Romano9 e l’affinità con un ritratto da Smirne del I sec. a. C. di gusto attico10. Ma il marmo veneziano, quantunque sembri molto vicino a quello fiorentino per un’accentuata evidenza dei caratteri «pittorico-patetici» dell’archetipo cui si ispira, tuttavia presenta — come di recente ha rilevato anche il Poulsen — una propria visione interpretativa.
p.28 La pettinatura ricorda sì, vagamente, il trattamento dei capelli delle effigi di Alessandro, magari filtrato attraverso le esperienze formali dei volti del Menandro11, ma una maggiore aderenza delle ciocche alla scatola cranica, quasi un tentativo dell’artista di ridurre l’ampiezza dei volumi per dare all’insieme una più armoniosa concentrazione contenutistica, sembra risentire dell’indirizzo d’arte dell’ambiente nesiotico-microasiatico del tardo-ellenismo, in cui i termini del classicismo attico vengono ad incontrarsi con quelli della tradizione pergameno-asiatica, spegnendone i più nobili valori «barocchi» e creando quel linguaggio eclettico «plastico-pittorico», che, oltrepassati i limiti insulari e microasiatici, troverà anche in Roma, dal I sec. a. C, largo credito e favore, sostanziando molta parte della ritrattistica tardo-repubblicana12.
G. Valentinelli, Catalogo dei marmi scolpiti del Museo Archeologico della Marciana di Venezia, in «Atti del R. Istituto Veneto SS. LL. AA.», serie III, voll. VII—
J. J. Bernoulli, Römische Ikonographie, I, Stuttgart 1882, pp. 116, 126;
H. Dütschke, Antike Bildwerke in Oberitalien, V, Leipzig 1882, p. 136, n. 357;
G. Pellegrini, Descrizione degli oggetti antichi componenti la sezione classica del Regio Museo Archeologico di Venezia, vol. I, Venezia—
Photographische Einzelaufnahmen antiken Skulpturen, 2637—
C. Anti, Il Regio Museo Archeologico nel Palazzo Reale di Venezia, Roma 1930, p. 112, n. 4;
F. Poulsen, Billeder af Pompejus og Caesar, København 1935, p. 9, figg. 7—
Idem, in Revue Archéologique, Paris, 1936, p. 22 ss., figg. 7—
B. Schweitzer, Die Bildniskunst der römischen Republik, Leipzig 1948, pp. 86, 88 s., 117, 131, 145, figg. 121—
O. Vessberg, Studien zur Kunstgeschichte der römischen Republik, Lund 1941, p. 136 s.;
E. Buschor, Bildnisstufen, München 1947, pp. 44 ss., 65;
B. Forlati Tamaro, Il Museo Archeologico del Palazzo Reale di Venezia, Roma 1953, p. 21, IX, n. 1, fig. a p. 63;
V. Poulsen, Glyptothèque Ny Carlsberg, Les portraits romains, I, Copenhague 1962, I, p. 40;
M. Borda, in Enciclopedia dell’Arte Antica Classica e Orientale, VI, Roma 1965, p. 368, fig. 398.
Fot.:
Fotografia del Museo Archeologico di Venezia, 1191, 1675 A—
Aufnahme des deutschen archäologischen Instituts — Photographische Abteilung, Roma, 1930. 26—
Fotografia Alinari, Firenze, 12887.
© 2018. Info: museum annotation.
© 1968. Description: Traversari G. Museo Archeologico di Venezia. I ritratti. Poligrafico dello Stato, Roma, 1968. P. 27—28, cat. no. 10, ill. 10 a—c.