Statue of wounded Niobid, so-called “Narcisus”.
Florence, Uffizi Gallery
(Firenze, Galleria degli Uffizi).
81. Statua del c. d. «Narkissos» (inv. n. 299). Fig. 83.
Marmo pentelico: alt. m. 1,10.
Sono di restauro moderno la testa col collo, braccio destro con la spalla; il braccio sinistro dall’ascella al polso (Amelung; probabilmente antico Dütschke; antico Stark), pene, metà anteriore del piede sinistro, parte inferiore della base, riscalpellata però anche nel con-torno della parte antica. Anche il palmo della mano sinistra sul dorso e le dita sono di restauro. La superficie è stata ripulita, ma presenta qua e là qualche corrosione.
Per la storia esterna v. anche sopra § 1. Il «Narcisso» figura già inventariato in Galleria nel 1704, ed è stato illustrato per la prima volta dal Gori. Conservato prima nel I Corridoio (Bianchi), poi nel III (Lanzi), fu annesso al gruppo dei Niobidi per suggerimento di B. Thorwaldsen (RGF, IV, p. 88; Stark) ed è rimasto poi sempre nella Sala dei Niobidi.
Certamente non pertinente al complesso di vigna Tommasini, ma entrata per altra via nelle collezioni medicee, questa statua rappresenta senza dubbio un Niobide per il particolare della mano portata al dorso, evidentemente per comprimere la ferita. La composizione è molto vicina al c. d. Niobide della Gliptoteca Ny-Carlsberg (BrBr, 649), ma questa statua fiorentina presenta un maggior movimento sull’asse di profondità, a causa dell’inarcarsi del busto e del minore scarto della gamba sinistra. Nella redazione della copia però si nota un lavoro trascurato nella parte dorsale e l’abbreviazione della gamba destra, per cui il piede è portato, nella veduta di profilo, alla stessa linea del dorso; questa soluzione compendiaria si allinea con le soluzioni per elisione nelle due redazioni del Niobide caduto sul ginocchio sinistro. Il rapporto fra nudo e panneggio è compromesso dal rendimento poco chiaro e caratterizzato della stoffa intorno e fra le gambe, ma il panneggio non è poi tanto diverso da quello delle altre statue del gruppo dei Niobidi, certa è più vicino che non quello della statua Ny-Carlsberg. G. Lippold ha considerato quest’ultima, insieme con l’Ilioneo (München, Glyptothek: BrBr, 432; 50 MWerke, 27) affine alle sculture da attribuire a Timoteo (per l’Ilioneo non manca il riferimento ad una data intorno al 300: cfr. Giglioli, AG, p. 820: stessa cerchia dell’Efebo di Subiaco), ma si tratta di opere sostanzialmente diverse; E. Löwy ha confrontato il «Narcisso» con una delle figure del disco del British Museum, per cui ha pensato che il «Narcisso» stesso sia il settimo personaggio maschile del gruppo (quanto all’interrogativo, se copia di questo non possa essere stato il torso scartato dello scavo Tommasini, è impossibile dare una risposta). L’esame del tipo dell’inginocchiato, fatto esaurientemente dal Bulle (BrBr, t. a tav. 649) non porta ad una soluzione per quanto riguarda il «Narcisso»; l’esame del nudo permette di concludere per un’affinità stretta con gli altri Niobidi, specialmente se lo si confronta con il migliore della serie, il grande Niobide n. 74. Il modellato non eccessivamente segmentato, sostenuto da effetti d’ombra e da moderate emergenze, presenta in entrambe le statue gli stessi particolari e le stesse soluzioni, per cui sembra da accettare il riferimento del «Narcisso» alla serie dei Niobidi anche se la provenienza è diversa; il riferimento è tanto più interessante, in quanto la statua in esame è l’unica replica che si possegga del tipo del Niobide inginocchiato in questa redazione del gruppo. L’affinità invece con l’inginocchiato del disco del British Museum, che riflette una redazione più antica del mito (v. sopra § 5) è molto superficiale ed esteriore.
Gori, MF, III, tav. LXXI;
Bianchi, p. 90;
Lanzi GF, p. 41;
David, III, tav. LXI;
RGF, IV, tavv. 74—
Clarac, tavv. 587, 1271 e 588, 1272 (RSt, I, pp. 315);
Müller—
Welcker, tav. 15;
Overbeck, GPl, l. c., fig. 69 a;
Stark, p. 254, tav. XIII, 3;
D. 260;
Am. 171;
Friederichs—
Löwy, JahrbInst, XLII, 1927, p. 94, fig. 14;
C. Picard, op. cit., p. 760, n. 1;
Lippold, GrPl, p. 309, 13.
Disegni e incisioni:
Uffìzi 5739 (= Gori, l. c.);
4548, di T. Arrighetti;
David, RGF;
Clarac, citt.
Fot.:
Alinari 1274; Brogi.