45—79 CE.
38 × 38 cm. Inv. No. 8993.Naples, National Archaeological Museum, Hall LXVIPhoto by Luigi Spina
Perseus freeing Andromeda from the sea monster.
45—79 CE.
38 × 38 cm.
Naples, National Archaeological Museum, Hall LXVI
(Napoli, Museo archeologico nazionale, Sala LXVI).
According to other information — Herculaneum, Ins. Orientalis II. 4. 19, February 1761.
Perseo libera Andromeda
Da Pompei (VI 10, 2, 12, parete est); ma Ercolano in Sangiorgio.
Affresco.
IV stile.
45—
Alt. cm 44; largh. cm 43,7; spessore cm 5,2.
Quadro distaccato da parete e inserito in una cornice lignea; lacune nell’angolo superiore destro e nella parte inferiore centrale e destra, integrate in modo neutro.
Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 8993.
Anche questo quadro riprende il mito di Perseo e Andromeda, replica dell’opera di Nicia, prediletto nella pittura vesuviana.
La giovane donna, che emerge al centro del quadro, su uno sfondo marino, in piedi, esposta su uno scoglio, vestita di una candida tunica e di un lungo mantello giallo che le discende sino ai piedi, volge lo sguardo grato verso l’eroe argivo, raffigurato stante alla sua sinistra, in posizione più bassa. Sul nudo corpo bruno e muscoloso egli reca solo un drappo rosso, girato attorno al collo, dal quale pende il petaso sulla gamba destra, poggiata sullo scoglio, e avvolto intorno all’avambraccio sinistro, semiflesso lungo il corpo a reggere con il braccio un’arma. Il giovane, di profilo, reclina rispettosamente il capo dai mossi capelli, e sostiene cavallerescamente con il braccio destro piegato in alto il braccio sinistro di Andromeda, per aiutarla a discendere dalla roccia, cui era stata legata per il sacrificio. Sul lato sinistro della scena due donne, personificazioni delle Aktai, sedute su altri scogli, vestite di tunica e mantello, osservano a capo chino l’immagine riflessa nell’acqua della Medusa uccisa da Perseo. La composizione è statica, come fissata nell’atteggiamento statuario dei protagonisti della vicenda, anche se non priva di valore qualitativo, specie nella grazia dei volti e nel trattamento dell’anatomia dei corpi. Il quadro, replica di una celebre opera del pittore Nicia, è analogo al quello (inv. 8998) rinvenuto nella casa dei Dioscuri (VI 9, 6) in IV stile e nella Casa del Principe di Montenegro (Ins. Occ. VII 16, 13, 10) e a quello perduto dalla Casa dei Cinque Scheletri (VI 10, 2, 12) con cui esso viene spesso confuso.
Guida illustrata del Museo Nazionale di Napoli, a cura di A. Ruesch, Napoli 1908, n. 1358;
G. Rizzo, La pittura ellenistico-romana, Milano 1929, t. CXXXII;
O. Elia, Pitture murali e mosaici nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Roma 1932, n. 17;
K. Schefold, Die Wände Pompejis. Topographisches Verzeichnis der Bildmotive, Berlin 1957, p. 123;
C. Rodrigo Zarkosa, La Regia Stamperia de Nápoles en la época des Carlos III, in Bajo cólera Vesubio 2004, pp. 229—
© Photo: Luigi Spina.
2019. Add. information: http://pompeiiinpictures.com, https://herculaneum.uk.
© 2008. Photo, text: Nava M. L., Paris R., Friggeri R. Rosso Pompeiano. La decorazione pittorica nelle collezioni del Museo di Napoli e a Pompei. Electa, Milano, 2008. P. 109.