Age of Claudius (41—54 CE).
H. 55 cm. Inv. No. Rom. 2002.Bologna, Civic Archaeological Museum
Male head (Marcus Antonius?).
Age of Claudius (41—54 CE).
H. 55 cm.
Bologna, Civic Archaeological Museum
(Bologna, Museo civico archeologico).
Testa virile (Marco Antonio?)
Da Fossombrone, San Martino del Piano.
Prima età imperiale (Principato di Claudio).
Bologna, Museo Civico Archeologico, inv. Rom. 2002.
Marmo a grana fine.
Alt. cm 55.
Manca una porzione della nuca, evidentemente lavorata a parte e collegata alla testa con 5 perni di cui sussistono le sedi. Naso ampiamente scheggiato; abrasioni nell’occhio sinistro e altre minori diffuse.
Si ignorano le circostanze del rinvenimento della testa, di dimensioni ampiamente superiori alla norma, finita sul mercato antiquario bolognese agli inizi del secolo scorso, acquistata dallo Stato nel 1910 su segnalazione del soprintendente G. Ghirardini, e collocata nel Museo Civico Archeologico di Bologna. La documentazione d’archivio di tale museo attesta comunque con sicurezza la sua provenienza da Fossombrone.
Il Ghirardini, nella relazione che accompagna la proposta di acquisto definisce la testa “mediocre lavoro, ma notevole ad ogni modo come documento di scultura ritrattistica provinciale”. Ed in effetti essa presenta un’accentuata semplificazione delle masse e dei tratti di gusto prettamente italico. Il volto massiccio e squadrato appare dominato dai grandi occhi spalancati, la bocca è piccola e leggermente asimmetrica, con il labbro superiore sottile e l’inferiore sporgente, messo ancor più in evidenza da due fossette che lo chiudono ai lati. Il mento è assai pronunciato. La capigliatura, strettamente aderente al cranio, è resa con piccole ciocche arcuate che si dispongono in modo uniforme sulla fronte e sulle tempie. Il collo massiccio e poco articolato è ritagliato inferiormente a V, evidentemente per essere inserito in una statua lavorata a parte.
La testa forsempronese è entrata nella letteratura archeologica dopo che il Kaschnitz-Weinberg, sulla base di un’accurata analisi fisiognomica e di confronti monetali, propose di ravvisarvi un ritratto di Marco Antonio. L’erezione di una statua colossale del triumviro a Forum Sempronii venne dallo studioso collegata alla dislocazione di suoi veterani nel territorio fra Pesaro e Ancona, a seguito della distribuzione di terre del 42/41 a. C. La proposta del Kaschnitz-Weinberg fu poi ripresa da L. Curtius che, sulla base di considerazioni stilistiche, vide nella testa un ritratto postumo di Antonio, realizzato in età claudia, ma derivante da un prototipo creato quando il triumviro era in vita. A suo giudizio la statua poteva far parte di un monumento celebrativo della famiglia di Claudio, in cui anche Antonio figurava come avo dell’imperatore. Sebbene non siano mancate nel tempo altre proposte di identificazione (ritratto idealizzato di Claudio; ritratto di Galba; ritratto di età flavia) la tesi dei due studiosi viene ancora considerata la più convincente da A. M. Brizzolara nella più recente pubblicazione sul Museo Civico bolognese. Di essa non fa invece alcun cenno Fittschen 1994 nell’aggiornamento della voce “Antonio”per l’EAA(1). Lo studioso, al termine di una sintetica disamina delle attribuzioni proposte, conclude affermando che, a suo giudizio, al momento non si conosce alcun ritratto a tutto tondo attribuibile con certezza al triumviro.
La documentazione archeologica forsempronese non porta particolare luce sull’argomento. Va però preso in considerazione il fatto che fra i materiali del Museo Vernarecci figurano altri resti di statue colossali e soprattutto che vi sono conservati due importanti documenti epigrafici: un’iscrizione monumentale, in origine con lettere bronzee, dedicata a Claudio (CIL XI, 6114) ed una dedica a sua moglie Agrippina minore(2), che, se non valgono a confermare resistenza del monumento familiare ipotizzato dal Curtius, attestano comunque un particolare rapporto fra Forum Sempronii e tale famiglia imperiale.
(1)Fittschen K. Antonio // Enciclopedia dell’arte antica classica e orientale. II suppl. Roma, 1994. P. 266—
(2)Luni M. Il gruppo bronzeo di Cartoceto e il territorio del rinvenimento in età romana // La civiltà picena nelle Marche. Studi in onore di Giovanni Annibaldi (Atti del Convegno Ancona, 10—
Cfr.:
Kaschnitz von Weinberg G. Marcus Antonius, Domitian, Christus // Schriften der Königsberger Gelehrten Gesellschaft. Bd. 14. 2. 1938 (= Ausgewählte Schriften. Bd. 2. 1965). S. 44—
Curtius L. Ikonographische Beiträge zum Porträt der römischen Republik und der julisch-claudischen Familie // Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts. Römische Abteilung. Bd. 54. 1939. S. 112—
Borda M. Antonio (M. Antonius) // Enciclopedia dell’arte antica classica e orientale. Vol. 1. Roma, 1959. P. 445—
Gjodesen M. De tre Kajsere Litteraere og plastiske Portraetter // Meddelelser fra Ny Carlsberg Glyptotek. Bd. 16. 1959. S. 15, t. 4—
Brendel O. J. The Iconography of Mark Antony // Hommages à Albert Grenier. Vol. 1. Bruxelles-Berchem, 1962 (Coll. Latomus 58). P. 359—
Holtzmann B., Salviat F. Les portraits sculptés de Marc-Antoine // Bulletin de Corrispondance Hellénique. T. 105. 1. 1981. P. 265—
Il Museo civico archeologico di Bologna. Bologna, 1982. P. 183.