41—68 CE.
H. 181/120, diam. 125 cm. Inv. No. S 1202.Rome, Capitoline Museums, Palazzo dei Conservatori, GalleryPhoto by Ilya Shurygin
Crater with Bacchic scenes.
41—68 CE.
H. 181/120, diam. 125 cm.
Rome, Capitoline Museums, Palazzo dei Conservatori, Gallery
(Roma, Musei capitolini, Palazzo dei Conservatori, Galleria).
Musei Capitolini, Palazzo de’Conservatori, Sala degli Orazi e Curiazi;
until 1980 — Musei Capitolini, Palazzo Senatorio, Aula Senatoria;
from 1980 until 1991 — Musei Capitolini, Protomoteca;
from 1991 until 1997-10-31 — Musei Capitolini, Museo Nuovo, Sala VI;
from 1997-10-31 until 2005-12 — Musei Capitolini, Centrale Montemartini, Sala Caldaie;
from 2005-12 — Musei Capitolini, Palazzo de’Conservatori, Galleria.
Cratere marmoreo con rilievi raffiguranti scene dionisiache. Si distingue, al centro di uno dei lati del cratere, una Menade nuda, il braccio destro alzato, il sinistro nell’atto di trattenere un lembo del mantello che la copre solo parzialmente; un Satiro nudo, alla sua destra, cerca di sfilarle il mantello. A sinistra è un altro giovane Satiro che guarda in basso verso una pantera; nella mano sinistra ha un flauto di Pan. La scena seguente è composta da un Satiro che versa il contenuto di un otre in un cratere poggiato su una base. Sull’altro lato del cratere è una scena composta da una Menade, abbracciata alle sue spalle da un Pan barbuto e dai piedi caprini. A destra è una raffinata immagine di Menade danzante che guarda indietro verso un giovane Satiro nudo con i capelli lunghi, inginocchiato ai suoi piedi, con una coppa nella mano destra. Personaggi del thiasos dionisiaco e in generale scene di carattere dionisiaco ebbero grande fortuna nell’arte decorativa di età romana; diffuso in età ellenistica, questo motivo di carattere sacrale sembra perdere con il tempo ogni legame con il sacro in favore del suo aspetto più gioioso, andando a simboleggiare piuttosto un serie di concetti quali la fortuna, il successo o benessere espressi attraverso la rappresentazione del piacere e dell’allegria e perciò molto amato dai committenti. Questo cratere, assieme ad un altro simile (S 1200) è da considerarsi un bellissimo oggetto d’arredo di lusso che ornava una delle ricche dimore dell’Esquilino.
Stuart Jones, Cons., pp. 40 e ss., n. 2, tav. 15
D. Grassinger, Romische Marmorkratere, Mainz 1991, pp. 192—
E. Talamo, M. Cima, “Gli Horti di Roma antica”, Roma 2008, p. 95.
Data: museum annotation.
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