40—30 BCE.
H. 35 cm. Fano, Civic Museum
Portrait of Octavia.
40—30 BCE.
H. 35 cm.
Fano, Civic Museum
(Museo civico).
15. Ritratto di Ottavia
Da Fano, probabilmente da Piazza A. Costa, scavi 1910.
40—
Fano, Museo Civico.
Marmo bianco a grana fine.
Alt. cm 35.
Ritratto muliebre comprensivo del collo e di una piccola parte dei pettorali; è delimitato nella zona inferiore da un taglio curvilineo che dichiara l’originaria pertinenza ad una statua iconica.
La testa è vista frontalmente con una leggera inclinazione verso destra: rappresenta una giovane donna caratterizzata da fronte bassa, occhi grandi con bulbo non inciso inquadrato da palpebre rigonfie, naso leggermente aquilino, zigomi poco pronunciati, bocca piccola con fossette ai lati, mento breve. Caratteristica è l’acconciatura tipica degli ultimi decenni della repubblica: i capelli vengono raccolti sulla fronte in un ampio e rigonfio nodus costituito da una specie di treccia; dall’arcata temporale si dipartono i capelli, resi calligraficamente con linee sottili, che vengono raccolti in una bassa crocchia sistemata sulla nuca e suddivisa in quattro ciocche: un cordone a torciglione, posto sulla capigliatura, parte dai lati del nodus al di sotto di brevi riccioli e termina sulla nuca all’altezza della crocchia; nella parte posteriore la calotta cranica, su cui è sempre disegnata la capigliatura, è decorata con un motivo a V; le orecchie sono scoperte.
L’esecuzione del manufatto è estremamente accurata in tutti i particolari. Il ritratto, riconosciuto come quello privato di giovane donna(1), in base ai tratti fisionomici, alla forte idealizzazione e ad alcuni particolari della capigliatura è stato attribuito a Ottavia(2), sorella di Augusto, e datato nel corso del decennio che va dal 40 al 30 a. C.
Si è sempre ipotizzato(3) che la testa provenisse dagli scavi del Convento dei S. Filippo e Giacomo.
Ma nelle circostanziate relazioni effettuate al momento dello scavo(4) e nell’articolo del Brizio(5) in cui sono minuziosamente descritti tutti i reperti provenienti dal suddetto scavo, la testa non è mai citata. Il ritrovamento nell’archivio della Biblioteca Federiciana di alcune foto certamente scattate al momento del reperimento in quanto il manufatto, appoggiato a strutture antiche, è ancora sporco di terra, assicura che la statua non è entrata in Museo come frutto di collezione privata. Sembra più opportuno invece riconoscere la testa in oggetto nella “Testa muliebre, quasi intera in pietra approsimantesi al marmo” rinvenuta negli scavi di Piazza Andrea Costa del 1910(6).
(1)F. Battistelli — A. Deli, Immagine di Fano Romana, Fano 1983, pp. 85 ss.; L. Sensi, La palestra di Fanum Fortunae, in Fano romana, 1992, p. 323.
(2)V. Purcaro, La testa «all’Ottavia» del Museo Civico di Fano: ritratto privato o ritratto ufficiale?, in «Picus» 22—
(3)P. Marconi, Ritratti romani nelle Marche, in «Boll. d’Arte» 29 (1935), n. 14; L. Mercando, Arte e civiltà romana nell’Italia Settentrionale dalla Repubblica alla Tetrarchia, II, Bologna 1965, p. 99.
(4)In Sensi, Op. cit., pp. 265 ss.
(5)E. Brizio, Regio VI, Umbria, Fano, in «Not. Scavi» 1899, pp. 249 ss.
(6)Relazione dell’assistente di scavo C. Uguccioni pubblicata in Sensi, Op. cit., pp. 277 ss.