Ca. 20 CE.
H. 115 cm. Perugia, National Archaeological Museum of Umbria
Statue of Germanicus.
Ca. 20 CE.
H. 115 cm.
Perugia, National Archaeological Museum of Umbria
(Museo archeologico nazionale dell’Umbria).
24. Statua di Germanico
Da Amelia, anno 1963.
Perugia, Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria.
Copia parziale in resina, da originale in bronzo.
Alt. max cm 115.
Il ritratto riprende le sembianze del Germanico nel tipo Gabi(1) — particolarmente vicino a quello presente nel museo di Kopenhagen(2) — realizzato dopo la morte del principe per onorarne la memoria(3). Per il resto il giovane principe della casa giulio claudia è rappresentato come generale vittorioso, in veste trionfale, raffigurato nel gesto dell’adlocutio, nell’atto di arringare i suoi soldati(4).
Il bronzo, rinvenuto nel 1963 poco fuori del municipio di Amelia (VI regio)(5), sul sito aperto di un campus(6) o di un ginnasio, fu sicuramente il prodotto di un’officina urbana e doveva avere carattere celebrativo. L. Sensi ha già messo in luce legami e interdipendenze della morte del giovane principe con le rappresentazioni mitiche presenti sulla corazza(7). La decorazione di altissima qualità di quest’ultima, con la rappresentazione di Achille e Trailo sulla zona centrale presenta, nella parte immediatamente superiore, poco sotto l’attacco del collo, una immagine frontale di Scilla con 4 cani e una pietra nella mano destra. La riproduzione di questa particolare iconografia ci sostiene nella valutazione di una complessiva impostazione della statua fondata sul concetto dell’“imitatio Alexandri”(8), che nella scelta delle figure della corazza assume il suo principale significato simbolico. A principale motivazione e a sostegno di quanto detto si può ricordare il funesto episodio riguardante Scilla capitato ad Alessandro a Babilonia poco prima di morire e la tragica profezia rivelatagli dal sapiente caldeo (Romanzo di Alessandro, 30). Non vanno dimenticate inoltre, in estrema sintesi, le somiglianze messe continuamente in luce dalle fonti antiche sulla vita e sulla morte di Alessandro e Germanico (Tac., Ann., II, 75). Tutto ciò in accordo con la predilezione per la rappresentazione del gruppo di Scilla manifestata dagli artisti in epoca tiberiana, senza peraltro dimenticare l’ispirazione augustea e i rapporti col mito omerico posti a fondamento della complessa preparazione culturale del generale-letterato(9).
Per la statua, realizzata, come già si è detto, dopo la morte di Germanico, Beschi ipotizza l’anno attorno al 20 d. C.(10)
La copia della statua bronzea di Germanico è stata realizzata in parte nel 1987 (testa), in parte nel corso del 2001—
L’esecuzione di copie di frammenti in bronzo deformati era già stata realizzata dalla DART s. r. l. — Roma nel 1998, mettendo a punto in quella sede un sistema di riproduzione che consentisse di ottenere copie realizzate in materiali rideformabili: resina epossidica bicomponente, con proprietà termoplastiche, in luogo della cera. E stato quindi possibile oggi ottenere copie rideformabili di tutti i frammenti componenti il torso della statua, procedendo con l’esecuzione di calchi in gomma di silicone Rhodia RTV1318, RTV584 e RTV583, a basso contenuto di olio di silicone, riproducenti la forma in negativo, e copie in resina epossidica STAC 150/9 caricata con polvere di bronzo e pigmenti, riproducenti la forma in positivo.
Le copie in resina sono state poi piegate a caldo e portate nella posizione più adatta a consentirne la completa ricomposizione, con un’operazione necessariamente lunga e laboriosa dovendo inevitabilmente procedere per tentativi fino al montaggio definitivo. Durante le varie prove di ricomposizione si sono così evidenziati alcuni particolari di montaggio che non potevano essersi manifestati sulla statua originale, che presenta logicamente superfici ormai irrimediabilmente deformate e, fattore rilevante, difficoltà operative dovute al peso elevato degli originali bronzei ed alla loro delicatezza, mentre le copie in resina pesano pochi grammi e sono riproducibili.
La prima osservazione riguarda la posizione della spada, più alta rispetto all’allestimento museale dell’originale, con l’attacco del fodero direttamente al termine del nastro presente sulla corazza. Questa nuova posizione dovrà essere valutata in futuro qualora si volesse riprodurre anche le parti rimanenti della statua, mantello e braccio sinistro, che si trovano a ridosso della spada.
La seconda osservazione riguarda la posizione di una delle lamine ageminate che, sottoposta alla lamina adiacente sul fronte nel lato destro, riduce lievemente la circonferenza determinata dalle pteryges, in una zona per altro già fortemente deformata e quindi poco influente ai fini della ricomposizione.
(1)U. Ciotti, La testa ritratto, in AA. VV., Il volto di Germanico. A proposito del restauro del bronzo, Roma 1987, p. 23; U. Ciotti, La testa-ritratto di Germanico da Amelia, in AA. VV., Germanico. Fa persona, la personalità, il personaggio, Roma 1987, p. 236.
(2)K. Fittschen, I ritratti di Germanico, in AA. VV., Germanico. Fa persona, la personalità, il personaggio, Roma 1987, p. 214, tav. VIII. 30.
(3)K. Fittschen, Op. cit., p. 218.
(4)L. Sensi, Scultura, in AA. VV., Museo Comunale di Amelia. Raccolta archeologica. Iscrizioni, sculture, elementi architettonici e d’arredo, Perugia 1996, p. 139.
(5)U. Ciotti, La testa ritratto, p. 20.
(6)L. Sensi, Op. cit., p. 139.
(7)L. Sensi, Op. cit., p. 138—
(8)L. Braccesi, Germanico e l’imitatio Alexandri in Occidente, in AA. VV., Il volto di Germanico. A proposito del restauro del bronzo, Roma 1987, p. 53—
(9)G. Cresci Marrone, Germanico tra mito d’Alessandro ed exemplum d’Augusto, in «Sileno» IV, 3—
(10)L. Beschi, Op. cit., p. 285.